Spalletti: “Nei nomi che si sono fatti tutti hanno il blasone per allenare la Roma. Dzeko è a disposizione” – VIDEO

Pagine Romaniste (F.Biafora) – Luciano Spalletti, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Chievo. Queste le sue parole:

C’è il rischio di un calo di concentrazione?
Per come la vedo io no, c’è il rischio di trovare una squadra forte che ti crea dei problemi. Il Chievo ha fatto vedere durante tutto il campionato di mettere in difficoltà anche squadre più forti, ha fatto vedere di avere un’identità ben chiara e precisa che percorre e viene sviluppata ad alta velocità e con grande qualità. C’è quel rischio qui. Questo fatto del: “Avevo detto che…”, “Avevo detto io…” che andavano vinte tutte. Il mio punto di vista è che mancano ancora due partite da vincere per arrivare davanti al Napoli.

Il Chievo non ha nulla da perdere, è un pericolo in più?
Sì, ne possiamo mettere qualcun altro, ci sono troppi motivi per i calciatori, anche a livello individuale, dipende da che tipo di calciatore è, dipende da quale possibilità di futuro abbia, i calciatori danno sempre il massimo di loro stessi, non hanno altra strada per avere poi un futuro importante, per avere un futuro importante bisogna avere un presente dove si fanno cose importanti, tutti giocano sulla base di quello che riescono a costruire durante i campionati e durante tutte le partite.

Credete al sogno scudetto?
Noi dobbiamo credere a questa possibilità di rigiocare la partita di Porto, noi rigiochiamo la qualificazione con il Porto contro Chievo e Genoa. Quelle due partite lì le rigiochiamo con due nomi differenti. Il campionato lo vince la Juventus, è stata la più forte, ha dettato il ritmo in parte del campionato, si è fatta trovare pronta in tutte le partite dove hanno giocato ed in tutte le competizioni, lo meritano. A noi non cambia niente, per arrivare a farsi avverare questo miracolo dobbiamo vincere queste due partite, hanno la stessa madre i comportamenti che dobbiamo avere per entrambi gli obiettivi. Mi sono fermato prima al cancello per fare autografi ai bambini che lo chiedevano, è tutta la settimana che mi chiamo Chievo-rombo, perché il gioco che ha fatto il Chievo per far vedere che squadra è lo ha fatto col rombo come sistema di gioco. Ho rischiato di firmare gli autografi così perché non parliamo d’altro. Vogliamo avere la possibilità di giocare nella competizione più bella del calcio, è una competizione bellissima ed abbiamo la possibilità. Ci siamo costruiti la possibilità di giocarci il prossimo campionato e non ce la vogliamo far scappare, però poi ci sono anche gli avversari, che sono anche forti.

Dzeko sta bene?
Edin è a disposizione.

In caso di vittoria della Roma la Juventus giocherebbe con un solo punti di vantaggio. Per lei è più grande l’orgoglio del campionato fatto o la delusione per le coppe?
Quando noi si lavora per costruire un obiettivo e si lavora in maniera seria e continua, come abbiamo fatto per tutta la stagione, parlare di delusione mi sembra eccessivo. E’ una partita che ci può liberare da qualche brutto risultato, c’è sempre quando arrivi in fondo il rimorso di non essere stato bravo in quel momento e di non aver vinto quella partita, ma anche a livello individuale. Questa è la partita che può liberarci da questi rimorsi, c’è davanti un obiettivo fantastico e eccezionale, siamo tutti proiettati verso quella direzione, vogliamo arrivare a quel traguardo lì. Abbiamo sempre lottato a denti stretti nei momenti più vantaggiosi ed in quelli più difficili, ora non vogliamo perderci questa occasione.

Come sta Totti? Come lo ha visto?
Lui fa parte della nostra squadra, lui è il giocatore più importante, è la leggenda, lo sarà, è stato, è un po’ il simbolo della nostra squadra, in qualsiasi direzione si voglia guardare la Roma si trova il calciatore Totti davanti a tutto. E’ corretto anche così, ma come ho sempre detto, lo devo trattare come un giocatore importante che fa parte di una squadra, e per essere corretto e giusto devo fare delle scelte e qualche volta l’ho penalizzato, mi dispiace di ciò. Io faccio la formazione con il criterio di portare un vantaggio alla Roma e tentare di vincere queste due partite, nel ragionamento ci metto anche la gestione di Francesco, che si è meritato questi titoli qui, si è meritato i gradi, i titoli e quello che gli verrà attribuito quando smetterà.

Tanti suoi colleghi hanno visto la Roma dal vivo, vedi Sousa e Mancini. Le dà fastidio questa cosa? O è normale?
La ritengo normalissima, non vedo perché mi dovrebbe dare fastidio. I nomi fatti hanno esperienza, hanno titoli vinti, hanno il blasone per essere i futuri allenatori della Roma. Tutto quello che bisogna fare è lavorare per avere un futuro migliore, per cui la società deve fare il suo lavoro e lo ha fatto vedere che fa il suo lavoro, prendendo Monchi, fa vedere che vuole portare i migliori a lavorare dentro la Roma, ha dato subito il primo segnale. E’ corretto che vadano a parlare, non so a quello a cui volevi alludere. Ci sono allenatori che vanno anche a vedere altre partite. Se loro vengono per prendermi il posto mi fa piacere, io devo essere più bravo di loro per mantenerlo, non è che tenendo bassi gli altri si riesce a prevalere, avere un titolo o un merito, ma confrontandosi. Accettando la sfida si va al di là dell’ostacolo. E’ correttissimo.

Sei accostato a grandissimi allenatori come Conte, Simeone, Pochettino etc ti gratifica?
Quello ora è un po’ quello che ci siamo detti dentro lo spogliatoio con la squadra, ogni tanto ci si dice qualcosa. Noi in questa settimana qui ci siamo detti: “Se avessimo la possibilità di firmare un contratto lo firmeremmo col nome Chievo Chievo”, perché dobbiamo pensare a questa partita qui. Il prossimo anno non interessa a nessuno. Ci interessano solo queste due partite qui. Ci interessa difendere sulle loro verticalizzazioni improvvise. Hanno delle caratteristiche, ci sono a volte dei numeri che spesso portate dei numeri a supporto di quello che vi fa piacere mettere in evidenza. I numeri del Chievo raccontano che squadra sono loro: sono tra le peggiori per cross, possesso palla nella metà campo avversaria, nel giro palla, ma quando la riconquistano sono tra le migliori per le verticalizzazioni improvvise, hanno il maggior numero di giocatori in fuorigioco, lanciano di più, fanno meno possesso, sono i più bravi sui rimbalzi, sulle seconde palle, la palla di nessuno loro sono i più bravi di tutti in questo momento qui. Si vede il target della squadra che è, noi dobbiamo essere bravi a sapermodificare le nostre capacità per andare a levargli questi numeri qui. Quello che sarà il futuro allenatore dell’Inter, il futuro allenatore della Roma non ce ne deve fregare niente, bisogna fare le cose in funzione del Chievo e del rombo. Ci deve fregare solo del Chievo, rispondo Chievo e basta.

Nella sua prima avventura a Roma ha perso 4 punti contro Cagliari ed Empoli, punti che pesano. Come si risolve questo problema atavico?
In quel momento che hai ricordato c’erano le quattro vittorie a Milano, contro Milan ed Inter, in casa e fuori?Non te lo ricordi? Me lo ricordo io. Quest’anno si son vinte tutt’e quattro. E’ vero che hai perso punti ad Empoli, ma ne abbiamo presi da altre parti, vedi con Milan e Inter. Il Crotone le ha perse tutte, poi è scattata la scintilla dell’entusiasmo dove i giocatori si sono compattati nell’essere una squadra, il pubblico li ha aiutati, si sono comportati benissimo sostenendoli fino alla fine della partita, per avere queste inversioni di tendenza senza essere polemici ti consente di ritrovare le tue caratteristiche e le tue qualità, ora si giocano la salvezza. Bisogna essere obiettivi e bravi a fare più risultati possibili, ma ogni tanto ci sta lasciare dei punti per strada. Senza le altre vinte non arrivavi a questo risultato. Io contro la Juve non ci avevo mai vinto, solo una volta in Coppa Italia, sotto la neve, con Okaka Tommasi. Sono numeri importanti, segno che la squadra è stata sempre sul pezzo, segno che si è costruita questo obiettivo, si è costruita la strada per avere la visibilità su questo obiettivo. Questa è la cosa più importante e più bella. Queste partite ci possono ridare la felicità. Abbiamo qualche volta lasciato per strada qualche risultato che ci fa male e ci porta tristezza, che ci portiamo dietro, ma questa è la partita che li può spazzare via.

A cosa rinuncerebbe per avere una Roma campione d’Italia?
Fammela settimana prossima questa domanda e ti rispondo bene.

Con che spirito va lei agli incontri in programma con Pallotta e Monchi?
E’ sotto una forma diversa, è sempre lo stesso pentolone. E’ un mercato aperto dove ognuno decide di programmare quello che sarà il futuro. Per quanto ci riguarda, me e i calciatori della Roma, il programmare il futuro dipende dalla vittoria di domani.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti