Simulazione a gioco fermo: un caso raro

lazio-roma-rissa-strootman-cataldi

Corriere dello Sport (P.Salvione) – Un caso più unico che raro. La squalifica con la prova tv per simulazione ha tanti precedenti nel nostro calcio, ma era arrivata sempre per episodi di gioco. Nel caso di Strootman, invece, viene applicata per un episodio accaduto a gioco fermo. La casistica più frequente è legata alla simulazione nell’area avversaria per ottenere un rigore a favore, che, quando non è stata vista dall’arbitro, ha portato tante volte alla squalifica del giudice. Il codice di giustizia sportiva, all’articolo 35, definisce condotte “gravemente antisportive” la «evidente simulazione da cui scaturisce l’assegnazione del calcio di rigore a favore» e la «evidente simulazione che determina la espulsione diretta del calciatore avversario». Proprio in base a quest’ultimo comma Strootman ha ricevuto le due giornate, come previsto dall’articolo 19, comma 4, lettera A del codiceAi calciatori responsabili delle infrazioni, commesse in occasione o durante la gara, è inflitta, salva l’applicazione di circostanze attenuanti o aggravanti, come sanzione minima la squalifica per due giornate in caso di condotta gravemente antisportiva»).

I PRECEDENTI – L’ultimo caso di simulazione a gioco fermo famoso è stato quello che ha visto coinvolto Cavani e Jara, nella sfida fra Uruguay e Cile in Coppa America lo scorso anno. L’attaccante del Psg, dopo essere stato provocato e palpato con un dito dal difensore avversario, gli sfiorò il viso. Jara crollò al suolo, provocando l’espulsione del Matador, ma poi fu squalificato per “simulazione” per tre giornate. In Italia la prova tv per simulazione è stata soprattutto applicata per i tuffi in area, con precedenti passati alla storia come quello di Iliev del Messina (tre giornate nell’ottobre 2005), Adriano dell’Inter e Zalayeta del Napoli (nel 2007) e di Krasic della Juve (nell’ottobre del 2010).

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti