Si muove il governo: soldi per l’opera. E la Roma sorride

La Gazzetta Dello Sport (A.Catapano – M.Cecchini)Lo stadio della Roma si farà. Va detto ancora a bassa voce, perché i tanti, troppi dietrofront del passato insegnano. Ma questa sembrerebbe la volta buona. In soccorso del progetto di James Pallotta e Luca Parnasi, scende in campo il governo, che si impegna a sostenere la realizzazione del Ponte di Traiano, l’anello che mancava per la quadratura del cerchio. La svolta viene decisa all’ora di pranzo. Il ministro per lo Sport Luca Lotti è a bordo del treno del PD nei pressi di Firenze. Da Roma, gli segnalano che il progetto Tor di Valle, in pista da ormai 5 anni per consegnare un nuovo stadio al club giallorosso, ancora una volta sta per arenarsi, sommerso da migliaia di pagine di prescrizioni. Molte denunciano difetti di viabilità. Il nodo, l’unico scoglio che potrebbe rivelarsi davvero insuperabile, è la necessità di reinserire nel progetto il Ponte di Traiano. Un’opera da circa 90 milioni che dovrà collegare l’area del nuovo stadio alla Roma­-Fiumicino. Ancor più vitale dopo che i proponenti hanno rivisto al ribasso gli investimenti sul potenziamento del treno Roma­-Lido, collegato alla metro B.

LA TELEFONATA – Previsto nella prima versione del progetto deliberata dall’amministrazione Marino, il ponte è stato di fatto cancellato in quella successiva approvata dalla Raggi, per compensare il taglio di cubature ai costruttori. Tanto, si disse, c’è il progetto del vicino Ponte dei Congressi già finanziato dal Cipe. In realtà, quell’opera è tutta da rivedere: bocciata dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, nella migliore delle ipotesi ha tempi di realizzazione indefiniti. Da qui, l’importanza di tornare al Ponte di Traiano. Ma la situazione è molto delicata, con la Regione che nicchia e il Comune che ufficialmente fa il tifo per lo stadio ma poi spedisce in Conferenza di servizi trecento pagine di prescrizioni, il progetto stavolta potrebbe arrendersi. È a questo punto che il ministro Lotti, dal suo insediamento tra i più convinti sostenitori della necessità di rilanciare l’impiantistica sportiva italiana – recentemente ha contribuito in modo decisivo anche al completamento del progetto Atalanta-­Credito Sportivo –, decide di sbloccare la situazione. Telefona al suo collega Graziano Delrio, e al titolare di Infrastrutture e Trasporti strappa l’o.k. a mettere a disposizione del progetto Tor di Valle un contributo governativo da inserire in tempi stretti nella prossima legge finanziaria. Contributo che le amministrazioni locali, convergendo, indicherebbero proprio per la realizzazione del Ponte di Traiano.

TUTTI FAVOREVOLILa partita non è ancora finita, ma è come stare in vantaggio di un paio di reti a pochi minuti dalla fine. A questo punto, tutto farebbe pensare ad un esito positivo, anche in tempi rapidi. Lo dice per fino l’assessore regionale Michele Civita, solitamente assai prudente. «Siamo ottimisti, potremmo chiudere nei prossimi giorni». La Conferenza di servizi regionale si è aggiornata a lunedì, tali e tante erano le prescrizioni da discutere, ma a questo punto già si pensa che a inizio 2018 i lavori potrebbero cominciare, ipotizzando l’inaugurazione per la stagione 2020­ 21. Comunque, ancor prima dell’intervento risolutivo di Lotti, gli Enti partecipanti alla Conferenza – Comune di Roma, Città metropolitana, Regione, Stato – avevano dato tutti parere favorevole,seppure con prescrizioni, alcune in contraddizione tra loro. Per un Mibact che chiede il rispetto del contesto architettonico esistente, ad esempio, c’è un’Autorità di bacino che reclama barriere sugli argini del Tevere. Si discuterà, e molto, sull’uso di soldi pubblici per un’opera privata. Fino ad un paio di mesi fa, lo negavano tutti. O sul peso elettorale che questa mossa contiene, calata in una città così sensibile alle vicende calcistiche, a pochi mesi dal ritorno alle urne. La scelta di Lotti, però, è solo una delle tante di un governo che si è posto l’obiettivo di sostenere lo sport italiano, rivalutandone innanzitutto le infrastrutture, e a tutti i livelli, dal più basso (con i cento milioni del bando «Sport e periferie») al più alto. Senza fare il tifo per nessuno, ma valutando i progetti. Chi sarà il prossimo?

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