Sgarbo della Lega alla Nazionale. La Coppa Italia fa infuriare Conte

conte italia

Il Corriere della Sera (A.Bocci) – Due schiaffoni alla Nazionale, alla Federcalcio, a Conte. La Lega concede lo stage ma senza i giocatori delle 5 squadre impegnate nelle coppe europee e sistema la finale di Coppa Italia il 21 maggio che potrebbe slittare al 22 se una delle protagoniste arrivasse all’ultimo atto dell’Europa League: in ogni caso oltre la fine del campionato. «È nostro interesse dare massimo supporto agli azzurri, però è necessario tenere d’occhio il ranking europeo», la spiegazione del presidente Beretta. Conte, in un battibaleno, ha cancellato la convocazione prevista tra l’8 e il 10 febbraio. Il c.t. voleva una finestra di lavoro per misurare i giovani più meritevoli in vista di una possibile convocazione all’Europeo, ma dovendo rinunciare ai giocatori di Juve, Roma, Napoli, Fiorentina e Lazio ha deciso di soprassedere. «Così non ha senso », ha fatto sapere Antonio che non avrebbe potuto convocare Rugani e Sturaro, Bernardeschi e Insigne, anche Jorginho, Gabbiadini e Cataldi. 15 squadre avevano votato a favore. Le 5 impegnate in Europa invece erano contrarie. Galliani ha suggerito la via diplomatica. Conte l’ha bocciata. E ha già studiato le contromosse: convocazioni allargate a fine marzo quando sono in programma le amichevoli di rango contro Spagna e Germania. La seconda decisione, agli occhi dell’allenatore azzurro, è molto più grave e penalizzante della prima. «Ho una sola richiesta: che la stagione finisca il 15 maggio con il campionato in modo che tutti i giocatori possano fare una settimana di vacanza».

Conte è andato avanti così per mesi. E Tavecchio aveva lavorato duro ai fianchi la Lega, ricevendo le dovute assicurazioni. Invece, ieri, la scelta che Federazione e lo stesso Conte considerano un tradimento. «Abbiamo fatto delle valutazioni alla luce di quello che avviene nelle altre Leghe», la posizione di Beretta. Al tecnico azzurro poco importa che Inghilterra, Spagna, Germania e Francia abbiano sistemato la finale della coppa dopo la conclusione del campionato. Conte considera la scelta di via Rosellini come l’ennesima conferma di quanto ha capito da tempo: la Nazionale non è di interesse primario per la Confindustria del pallone. E lo spinge a confermare una decisione già presa: andarsene alla fine dell’Europeo. Per la verità non ha mai pensato davvero di prolungare il contratto, ma il pressing di Tavecchio lo aveva inorgoglito. Il presidente della Federcalcio aveva assicurato al c.t. che la Lega avrebbe aiutato la Nazionale. Invece i suoi alleati, a cominciare da Lotito, lo hanno tradito. Il presidente della Lazio si presenta agli allenamenti azzurri con il giaccone dell’Italia, ma al momento cruciale ha votato contro. Per Tavecchio lo smacco è doppio: perché tenere Conte è quasi impossibile e le vecchie alleanze sembrano sgretolate. Conte è arrabbiato perché si aspettava altro, ma non farà passi indietro e non vuole fare come Don Chisciotte contro i mulini a vento.

Nelle difficoltà il c.t. si esalta: «Lavorerò per fare un grande Europeo», il suo pensiero che assomiglia ad una specie di testamento. Solo contro tutti. Prima di salutare e ricominciare da un club, il Milan o il Chelsea. Intanto la Lega ha deciso le date della prossima stagione: il campionato comincerà il 21 agosto (anticipi sabato 20) e finirà il 28 maggio con appena tre turni infrasettimanali. E c’è l’ipotesi di giocare il 26 dicembre (Santo Stefano) riprendendo il 15 gennaio: ma l’Associazione calciatori si metterà di traverso.

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