Schick delude ancora la Roma, Dzeko lo salva: «Deve giocare»

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Ma qual era il centravanti stanco? Bologna non è la Cina, anche se pure da queste parti c’è un ex commissario tecnico della Nazionale. Ma a Roberto Donadoni va meglio che a Marcello Lippi, che un gol di Patrik Schick se l’è dovuto prendere e portare a casa. Alla fine l’unico allenatore che ci rimette sempre con il ceco è Eusebio Di Francesco, perché a furia di reclamare occasioni, ecco che le occasioni capitano ma vengono puntualmente sprecate. Un primo tempo appena sufficiente, un paio di conclusioni più timide del portiere esordiente che aveva di fronte, un mezzo rigore reclamato per un contatto con Helander, un colpo di testa mal indirizzato dopo un’uscita avventata del Santurro di cui sopra. Poi, nel secondo tempo, il buio. Pure vicino all’uomo che gli fa da scuola guida, Edin Dzeko. Il condimento è il solito, ovvero i continui rimproveri dei compagni per un movimento mal eseguito, o nello specifico non eseguito proprio, come l’andare incontro al terzino (leggi Kolarov). La musica è sempre quella, Schick pensa di non valere 40 milioni (copyright Monchi) ma neppure fa venire il dubbio a qualcuno del contrario. Il nostro ha messo insieme il Natale con la Pasqua e siamo ancora a zero gol in campionato.

DIFRA SALVA PATRIK – Servirebbe un assist, prova a inventarlo Dzeko: «Non è facile per Patrik, è giovane, deve crescere e per farlo deve giocare». Florenzi aggiunge: «Patrik stia tranquillo, abbiamo fiducia in lui. Posso solo dire che tutti dovremmo fare qualcosa in più per la Roma». Di Francesco alza un altro muro: «Non possiamo dar e a Schick la croce di questo pareggio. Tutta la squadra non mi è piaciuta nel primo tempo, non c’era mica solo Patrik in campo. Il ragazzo va tutelato, anche se deve essere più cattivo. A Roma di solito i giocatori vengono distrutti, noi dobbiamo pensare a difenderli».

TESTA AL BARCELLONA – In fondo c’è passato lo stesso Dzeko: «Abbiamo pensato troppo al Barcellona? Non lo so, forse sì, difficile dirlo. Se avessimo segnato per primi, avremmo vinto 3-0. Io in panchina? Ci sono altri giocatori forti, il Bologna ha fatto un tiro in porta e un gol». Come Edin: un tiro e un gol.

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