Il Messaggero – Roma umiliata, scoppia il caos

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Resta solo la vergogna. La Roma fallisce anche il quarto obiettivo stagionale: tagliata fuori dalla corsa scudetto con la Juve avanti 14 punti, eliminata dalla Champions e dalla Coppa Italia, esce pure dall’Europa League, umiliata dalla Fiorentina di Montella, l’ex che i dirigenti scelti dal presidente Pallotta per due volte hanno giudicato inadatto. Il repulisti è l’unica via d’uscita per la proprietà Usa. In società e in campo. Perché il bluff è stato scoperto: sotto rimangono solo la presunzione e il dilettantismo. Non la squadra. Che ha disgustato i tifosi: la Curva Sud è uscita alla mezz’ora del primo tempo. Mai successo.

BASTA ALIBI – La gente non ne può più. Non ha dimenticato certo la Coppa Italia lasciata, in finale, alla Lazio il 26 maggio del 2013. Ma, con la solita passione, ha accompagnato la Roma, durante la scorsa stagione: il riscatto, con il secondo posto e il ritorno in Champions, c’è stato, nonostante il distacco dalla Juve, sul traguardo, sia stato di 17 punti. Il gap, però, non è stato colmato. Il mercato estivo ha anzi impoverito la rosa. E la società: spese eccessive per Iturbe e gli altri. Quello invernale è stato poi da principianti: i tre rinforzi non hanno partecipato alla penosa esibizione contro la Fiorentina. Spolli e Doumbia in tribuna, Ibarbo non convocato. Garcia non si tocca: il messaggio della Sud, prima della partita. E nel finale del secondo tempo, quando i tifosi sono tornati a loro poso, il coro: noi vogliamo 11 Garcia. La tifoseria ha capito tutto: esonerare l’allenatore è sempre la scorciatoia più semplice. Costa meno. Cambiare le tante comparse che sono state selezionate con cura negli ultimi anni è invece compito complicato. Ma stavolta bisogna fare sul serio. Con investimenti di primo piano. Per rifondare questo gruppo inguardabile.

EX RIMPIANTO – La Fiorentina, al minuto 22, è già avanti di 3 reti (i giallorossi prendono gol in Europa da 22 gare): rigore di Gonzalo Rodriguez (10′), trasformato due volte, tocco a porta vuota di Alonso (18′), dopo gaffe di Skorupski alla De Sanctis e colpo di testa di Basanta (22′), lasciato libero in area. Nemmeno il Bayern Monaco, lo scorso 21 ottobre in Champions nella notte dell’avvilente 7 a 1, qui era stato così veloce. Tre reti in 25 minuti per i campioni tedeschi: Robben (9′), Goetze (23′) e Lewandovski (25′). Montella, del resto, andò a studiare proprio da Guardiola, quando il tecnico spagnolo era ancora al Barça. A Trigoria, invece, è stato bocciato da Baldini, Sabatini e Baldissoni: si permise di consigliare alcuni giocatori e di scartarne altri. Da quando è invece sulla panchina dei viola più che bravo è definito semplicemente fortunato. In 41 giorni ha dato due lezioni alla sua ex squadra, sempre all’Olimpico, smentendo soprattutto chi non lo ha voluto: il 3 febbraio il 2 a 0 per l’eliminazione dalla Coppa Italia e ieri sera il 3 a 0 (con traversa e palo di Salah) per l’addio all’Europa League. Il nuovo crollo della Roma ancora davanti al suo pubblico (ottava sconfitta stagionale). Lunedì scorso il successo della Sampdoria (2 a 0) che ha preceduto questa raffica della Fiorentina (3-0). Due prestazioni orribili, senza segnare nemmeno una rete. A conferma che l’errore più grande è stato non acquistare il centravanti. O meglio, il finalizzatore. Che non è certo Totti, rimasto comunque in panchina ad assistere allo scempio: il capitano ha 38 anni e mezzo. Dietro di lui però c’è il vuoto. Cioè giocatori sopravvalutati. Per il costo del cartellino e per il peso dell’ingaggio. Garcia è stato lasciato solo più che dalla squadra dalla società. Le sue richieste sono state respinte. E i risultati si vedono. Anche se pure il tecnico ha le sue colpe: gioco e fiato non ci sono più da un pezzo. «A Roma si parla a sproposito» ha detto il dg Baldissoni prima della partita. È vero, anche a Trigoria. Ora lì devono pensare solo a difendere il secondo posto. Con umiltà.

Il Messaggero – U. Trani

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