Il Tempo – La rabbia della curva: “Mercenari”

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Questa volta non si salva nessuno. Anzi, nella serata in cui l’Olimpico perde definitivamente le staffe, gli unici applausi vengono rivolti paradossalmente a Keita, in lacrime dopo l’espulsione e il lento passaggio sotto la curva sud. Un segnale quello del tifo romanista che non lascia spazio alle interpretazioni: soltanto chi ci mette tutto viene risparmiato, anche di fronte ad una sconfitta. Totti guarda sbigottito dalla panchina un tracollo, che forse ora nessuno si aspettava, tanto che dagli spalti da tempo non si ascoltavano cori sconosciuti a Garcia e alla Roma del recente passato: «La nostra fede non va tradita, mercenari» e «Andate a lavorare». Un grido di dolore per la prima caduta casalinga in campionato, nonostante il sostegno che dagli spalti si era sollevata durante la gara. Anche dopo il primo gol doriano. Poi il tracollo siglato Muriel. Per la prima volta da quando il tecnico francese è seduto sulla panchina giallorossa, i giocatori singoli vengono subissati dai fischi: l’ondata iniziale tocca inconsapevolmente a Verde, che lascia spazio a Gervinho (quello più preso di mira) e Pjanic, l’ombra del giocatore ritenuto indispensabile (anche in sede di rinnovo) appena meno di un anno fa. Tra un Al grido di «Tifiamo solo la maglia», l’intero gruppo romanista ha raggiunto la strada degli spogliatoi a testa bassa senza rivolgere lo sguardo verso la curva. Nel post gara De Sanctis prova ad analizzare il momento: «I tifosi possono esserne certi, ce la stiamo mettendo tutta. Sotto questo punto di vista i risultati contano molto, è evidente che nessuno può dire molto sull’impegno, lo stiamo mettendo al massimo. Al di là delle chiacchiere, anche noi ci aspettiamo di fare qualcosa in più, per quello che valiamo». Un valore però che continua a scendere partita dopo partita, così come il distacco dalle inseguitrici ormai in piena lotta per il secondo posto: «È difficile parlare in questo momento, determinate per le sorti del nostro campionato – aggiunge il portiere – ora ci troviamo di fronte a una sconfitta pesante. Ci stiamo meritando questi fischi».

Il Tempo – A. Serafini

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