Il Tempo – Panucci: un’emozione unica. “Non dimenticherò mai quel pallonetto di Totti a Peruzzi”

Approdato nell’anno del secondo scudetto giallorosso, Christian Panucci ha indossato la maglia della Roma per otto stagioni. Il suo score da romanista parla di 229 presenze e 20 reti tra campionato e coppe. Dopo l’avventura al Milan, è stato il primo calciatore italiano in assoluto ad essere ingaggiato dal Real Madrid. Panucci, quindi, è uno che di derby e della Roma alla «spagnola» può parlarne con cognizione di causa.

Qual è il primo ricordo che le viene in mente quando si parla di derby?
“Il pallonetto di Totti a Peruzzi in quel 1-5 storico. Se ci ripenso mi vengono i brividi”.

È stato il suo derby più bello?
“Si, è stato fantastico. Ne ho giocati tanti ma quello è stato il più emozionante”.

Ci racconta un aneddoto legato a quella sera?
“Ricordo la corsa di Lima verso Montella dopo il quarto gol. Era così contento che lo colpì un pugno sull’occhio. Lo costrinse a uscire (ride ndr).

La settimana d’avvicinamento alla partita è più una carica o un peso?
“Dipende dal carattere che hai. Io mi caricavo”.

Due città con diversi modi di interpretare il calcio?
“Il derby della Capitale è unico, si vive dal lunedì alla domenica. I tifosi ti trasmettono qualcosa che da altre parti non si avverte. A Milano dura novanta minuti”.

E questo cosa comporta?
“Che devi vincere non solo per la squadra ma anche per i tifosi”.

C’è un episodio in particolare che ti ha legato fortemente a questa città?
“Ho visto gente piangere dopo una vittoria, è l’unico posto al mondo dove questo evento ti sposta l’umore di tutta la città”.

Compresi gli sfottò?
“Ma scherzi? Io mi divertivo troppo a sentire e a vedere quello che succedeva in città. Ogni romanista ha un amico laziale, se presa nel modo giusto diventa quasi una necessità (…)”.

Come arriva la Roma di Luis Enrique a questa partita?
“Non nel migliore dei modi. Ci arriva singhiozzando e questo crea ulteriore ansia nei tifosi”.

Darebbe un particolare consiglio a Totti e De Rossi?
“No, loro sono il derby stesso. Se sei romano lo senti di più, ma col tempo si matura l’esperienza anche in questo”.

Pronostico e uomo derby?
“Nessun pronostico, ma non voglio essere banale, dico Stekelenburg”.
Il Tempo – Adriano Serafini

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