Gazzetta dello Sport – De Rossi cerca il colpo di spugna sulle polemiche

Se il batticuore da derby vi consente di allargate l’orizzonte, vi accorgerete che storia e geografia raccontano come il matrimonio tra Roma e Spagna in passato abbia portato bene. La massima espansione dell’Impero, infatti, si raggiunse proprio sotto un imperatore nato nella penisola iberica, precisamente vicino all’attuale Siviglia. Cioè, fatti i debiti paragoni con l’universo pallonaro, è come se circa 5,5 milioni di kmq fossero amministrati da Luis Enrique e guidati sul campo dai consoli Francesco Totti e Daniele De Rossi. Ecco, all’andata dopo 38 minuti il centrocampista azzurro si è ritrovato l’unico romano in gioco in una sfida che, perciò, a quel punto di Capitale aveva solo il (vibrante) contorno.

VOGLIA DI SERENITA’ – Stavolta sarà diverso. Oltre a Totti, De Rossi potrebbe essere scortato anche da Rosi e Greco, mentre sull’altra sponda tocca a Candreva esporre i suoi quarti di romanità. Impressioni? In una partita già carica di tanta tensione, non è detto che ce ne sia strettamente bisogno. Nell’era Spalletti, ad esempio, a Trigoria girava voce che lo staff tecnico ritenesse come De Rossi (soprattutto) perdesse il 50% delle potenzialità proprio perché sentiva troppo questa partita. Adesso il vento sembra cambiato. Non a caso nello spogliatoio, stavolta, si sussurra che l’azzurro sia cresciuto anche in questo. È sereno, dicono tutti. E se lo dimostra al termine di una settimana del genere, significa davvero che qualcosa è cambiato. Dopo il fattaccio di Bergamo — l’esclusione comminatagli dall’allenatore causa ritardo alla riunione tecnica — il suo caso avrebbe destabilizzato psicologicamente tanti, soprattutto alla luce della pesante sconfitta (4-1). Invece De Rossi, dal ritiro della Nazionale, prima si è assunto le proprie responsabilità e poi ha difeso Luis Enrique. Con una postilla: “Occorre pensare al derby perché è una partita troppo importante”.

CACCIA AL GOL –  Proprio vero. Per questo, se si volesse disegnare il lieto fine perfetto a tinte giallorosse di questa storia con vista sul derby, occorrerebbe che De Rossi segnasse un gol decisivo. Finora il suo malinconico bilancio è di una rete incastrata in un 4-2 per la Lazio da dimenticare. Un acuto che vale punti, invece, avrebbe senz’altro un sapore diverso, unico. Quanto basta per sognare una corsa sotto la Sud ed un abbraccio stretto a Luis Enrique. Come a dire, non ci sarà più l’Impero, ma Roma e Spagna stanno sempre bene insieme.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

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