Roma-Juve a tutto rock

totti

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Accordate gli strumenti e alzate il volume degli amplificatori. Roma-Juve non sarà un valzer e neppure un tango in punta di scarpetta. Aspettatevi invece tanta adrenalina in stile sesso, droga e rock ‘n’ roll. D’altronde i calciatori, dal look alle «groupies» al seguito, sono sempre più vicini alle stelle del palco. E se qualcuno di loro vi dirà: «Io voglio essere un bravo ragazzo», sappiate che lo cantavano anche i Ramones, ma non ci credeva nessuno.

TOTTI-SEX PISTOLS: «MY WAY» – Lo ammettiamo, con un testo come questo («Affronto l’ultimo sipario, la fine è vicina»), pensando a Totti c’era la tentazione di puntare sulla versione originale di Frank Sinatra, ma ce lo vedete il capitano che gorgheggia come «The Voice» quando lo stadio ribolle? No, molto più adatto il ringhio di Johnny Rotten usando le stesse parole. Lo sberleffo al tramonto, in fondo, è dietro l’angolo.

BUFFON-PINK FLOYD: «WISH YOU WERE HERE» –  Un classico del rock per un monumento del calcio. Ma il malinconico «vorrei che tu fossi qui» chissà che per Gigi non sia un moto di rimpianto per Pirlo, Vidal e Tevez ormai lontani.

CASTAN-BLACK SABBATH: «NEVER SAY DIE» – Sì, lo sappiamo, il brasiliano è molto religioso e quindi i «maledetti» di Birmingham gli sono lontani. Ma quando Ozzy Osbourne canta il suo «non mollare mai» sembra un inno alla resurrezione per il difensore che credeva di dover lasciare il calcio.

CHIELLINI-GENESIS: «WATCHER OF THE SKIES» – Chi se non lui può essere «Il Guardiano dei cieli»? Sulle palle alte Giorgio domina e se la band inglese canta che «non potrà mai raggiungere le stelle», lui in realtà al petto ne sfoggia tre.

NAINGGOLAN-BOWIE: «REBEL REBEL» – Di sicuro il Ninja – dal taglio dei capelli ai tweet irriverenti – si ribella ogni volta che può. Figuriamoci se uno come lui può rassegnarsi al perenne dominio della Juve. Al Duca Bianco piacerebbe.

POGBA-WHO: «PINBALL WIZARD» – Va bene, la prima è andata maluccio, però un talento come quello del francese è così duttile che non sorprenderebbe se diventasse anche un mago delle traiettorie e delle sponde come il «Tommy» raccontato dagli Who con la gentile collaborazione di Elton John. Certo, i riccioli di Roger Daltrey sono «old fashion», però quando Townshend picchia sulla chitarra i brividi sono come quelli di un gol.

CUADRADO-DEEP PURPLE: «SPEED KING» –  Quando Ian Gillan urla: «Sono il re della velocità, guardami volare», impossibile che non vi venga in mente Cuadrado, il colombiano tornato in Italia dal purgatorio inglese. Certo, Oltremanica volavano di sicuro più le mani di Blackmore sul manico della chitarra che lui nel Chelsea, ma il pallone dà sempre delle seconde possibilità.

SALAH-CLASH: «ROCK THE CASBAH» – L’egiziano si prepara all’esordio casalingo per far gorgheggiare a tutti i giallorossi un «ti amo» in arabo fluente. Di sicuro più di quello smozzicato che usano i Clash, importando per la prima volta nel rock d’Occidente espressioni mediorientali. Certo, il mondo arabo in questo momento non va molto di moda dalle nostre parti, ma se c’è uno che può far cantare i tifosi come muezzin, quello è Salah.

DZEKO-GABRIEL: «SLEDGEHAMMER» –  Dopo tanti anni di calcio innamorato del «falso nueve» è tornato il martello, quello che non sai come spostare, che salta su ogni pallone in area, che vorresti con te quando litighi per un parcheggio. La Roma adesso ce l’ha, così come la Juve con Mandzukic. Non è un caso in fondo che, se la squadra ha «un ritmo da seguire», tocca proprio a giganti come Dzeko «dargli da mangiare». E state tranquilli: di gol non se ne fa mai indigestione.

DYBALA-LED ZEPPELIN: «STAIRWAY TO HEAVEN» –  Ma perché Dybala non gioca dall’inizio? È stata la domanda più gettonata nel juke-box dei quesiti juventini. E allora è facile immaginare l’argentino come la hit della ditta Page & Plant. Si comincia con un arpeggio «slow» e si finisce urlando, col distorsore che ruggisce la voglia di arrivare al Paradiso. Si salvi chi può.

GARCIA-AEROSMITH: «COME TOGETHER» –  Il testo è pieno di doppi sensi, ma col culto del gruppo che ha Garcia, il bello dell’orgasmo è la condivisione. Per questo l’irriverenza della versione di Steven Tyler getta un po’ di polvere su quella partorita dal genio dei «Fab Four».

ALLEGRI- QUEEN & BOWIE: «UNDER PRESSURE» –  Si può essere campioni d’Italia, vittoriosi in Supercoppa e vedere tanto scetticismo intorno, soprattutto dopo il sorteggio di Champions? Alle nostre latitudini è quasi scontato. E allora anche Allegri è sotto pressione, come sempre. Ma il rischio stavolta è più grande del solito, perché stonare oggi farebbe alzare ulteriormente i decibel della polemica, cosa che del resto accadrebbe anche alla Roma. D’altronde, chi potrebbe credere in una squadra vincente che non sappia avanzare a ritmo di rock?

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