La legge Destro

Destro_Astori

Ieri è arrivata l’attesa decisione della Corte di Giustizia Federale sul ricorso della Roma in merito alla squalifica di Mattia Destro, o meglio, riguardo l’ammissibilità nel caso specifico dell’utilizzo della prova tv per punire il giocatore. Ricorso respinto, sono state infatti confermate le tre giornate di squalifica all’attaccante giallorosso, che ieri era comunque rimasto a Trigoria per la seduta di allenamento.

Oggi il tecnico della Roma, Rudi Garcia, impegnato nella conferenza stampa alla vigilia della difficile trasferta al Franchi contro la Fiorentina, incalzato dai giornalista ha toccato più volte l’argomento: “Ho sempre spinto per la moviola in campo. È successo e spero che questo accada in tutta Europa. Da ieri esiste una legge Destro…”.

Il mister spera quindi in un utilizzo della tecnologia in campo a 360 gradi, come a dire tra le righe che  se questo avvenisse davvero non potrebbe che essere un vantaggio, ma che se invece dovesse rimanere un caso isolato, allora sì ci troveremmo di fronte ad una legge “ad personam” o forse “ad squadram”, la legge Destro appunto.

Inoltre il precedente che si è creato porta con un sé una serie di problemi da non trascurare, è evidente in questo caso un’alterazione dell’utilizzo della prova tv, poiché l’arbitro ha sanzionato e quindi verosimilmente visto l’accaduto, a quanto pare non per intero, ma qual è il confine che delimita il potere dell’arbitro e quello della tecnologia? E quanto in questa vicenda è stato fondamentale il risalto mediatico del gesto?

Oggi si apre un nuovo scenario, perché se nel corso della stessa azione viene considerato limitato il potere decisionale dell’arbitro, strettamente legato a ciò che questo dichiara di aver visto e quindi sanzionato, quale elemento differenzia questa situazione da un fuorigioco non segnalato o da un fallo da rigore non giudicato tale?

La violenza… ma seppur in qualche occasione non fisica, l’intenzione di procurare danno all’avversario nella speranza che questo non venga visto, causando volontariamente o meno un’irregolarità nella partita e spesso nel risultato e/o nel delinearsi della classifica in che categoria potrebbe rientrare?

In situazioni in cui il direttore di gara non vede o vede parzialmente l’azione, la legge Destro potrebbe prevedere che rigore non sia solo quando arbitro fischia? O che un fuorigioco possa essere tale seppur non segnalato?

Umberto Ruggeri

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