Perotti, il dono è il contratto

Corriere dello Sport (R.Maida)Diego, Diego. Sembra ancora di sentirla, la Curva Sud, mentre ringrazia l’uomo della Champions League con il coro che i napoletani e gli argentini dedicavano a Maradona. Perotti si gira e ringrazia, ringrazia tutti, la Roma, la famiglia, la patria ma soprattutto se stesso. Se fosse rimasto Spalletti sarebbe andato via, l’ha detto lui. Ma da quando è arrivato Di Francesco è diventato uno dei giocatori più decisivi della squadra.

60 MILIONI – Benedetta sia, quella Curva. E quella porta. Forse è anche la Roma che deve ringraziare Perotti che il 28 maggio, all’ultimo respiro, segnò il gol che certificò il secondo posto in Champions mentre martedì contro il Qarabag, nella stessa rete ma con un insolito colpo di testa, ha garantito la qualificazione con tanto di primo posto, scaldando i cuori palpitanti dei tifosi infreddoliti dell’Olimpico. Non segna ancora tantissimo, rispetto alla mole di lavoro che produce, ma non segna mai gol banali. Questi due di cui parliamo alla società hanno già portato un gruzzolo che si può stimare in circa 60 milioni.

RINNOVO – E ’ normale allora che si arrivi al prolungamento contrattuale che tutti vogliono, da una parte e dall’altra. Ecco, magari dopo il 5 dicembre Monchi dovrà ritoccare leggermente l’offerta per strappare il sì di Perotti, che già aveva lanciato al Siviglia. L’accordo è imminente e seguirà di pochi giorni quello firmato per Manolas: il rinnovo sarà dal 2019 al 2021 con un robusto aumento di stipendio. Perotti, con la consueta struttura contrattuale divisa tra parte fissa, avrà un ingaggio in linea con la media dei compagni migliori. Passerà quindi dagli 1,9 netti a quasi 3. Senza clausole rescissorie. In questo modo la Roma si sentirà al sicuro di fronte al prevedibile assalto estivo dei grandi club: continuando di questo passo, Perotti diventerà uno degli uomini mercato più richiesti.

EVOLUZIONE – E’ interessante osservare la sua crescita da un anno all’altro. Giocando più dentro al campo, e non solo da esterno di fascia, Perotti ha visto crescere il suo rendimento in zona-gol: nella scorsa stagione aveva in realtà festeggiato un po’ di più (6 reti contro 5) ma inquadrando la porta solo su rigore. Con Di Francesco invece ha già incasellato 3 gol su azione. E non può essere soltanto una coincidenza: è un giocatore più libero e pericoloso. Non è Totti ma gioca alla Totti.

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