Pambianchi a PR: “L’idea del Tre Fontane è subito piaciuta alla Roma. Tribuna? Aspettiamo da un anno e mezzo le autorizzazioni” – VIDEO

Pagine Romaniste (Y.Oggiano-D.Moresco) – Ugo Pambianchi, titolare dei centri Dabliu e concessionario dell’impianto del Tre Fontane, è stato intervistato dalla nostra redazione ed ha parlato anche dei suoi progetti. Queste le sue parole a Pagine Romaniste:

Come è nata l’idea di riaprire questo impianto?
L’impianto è pubblico, di proprietà di Roma Capitale. L’idea è nata perché la struttura è stata messa al bando dal Comune di Roma nel 2012 dopo degli anni di interregno della gestione CONI fino a quando è stato pubblicato il bando. Occupandoci di sport da 20 anni con il marchi Dabliu, con un gruppo di altri sportivi riuniti sotto l‘ATI Tre Fontane e quindi la Nuova Rugby Roma e l’All Volley, abbiamo deciso di partecipare a questo bando pubblico.

La Roma quando ha chiesto di usufruire di questo impianto? C’era già un accordo?
Non c’è stato un accordo prima, c’è stata un’elaborazione di un progetto di bando molto seria, molto attenta insieme ai nostri soci, il progetto nostro è di dare una polivalenza limitate ad un impianto di 5 ettari e mezzo, e il nostro progetto è legato al calcio, al rugby e al volley prevalentemente femminile. Una volta strutturato e vinto il bando e messi in possesso, lì sono partiti i miei contatti con Roma Calcio per sottoporre un’idea che poi è da subito piaciuta, con grande soddisfazione nostra, e quindi poi in maniera abbastanza veloce è stato sposato il progetto di far usufruire la Roma Primavera, ed eventualmente la Prima Squadra, dell’impianto che si andava rimettendo in ordine dopo tanti anni.

A che punto è l’impianto?
L’abbiamo trovato in condizioni fatiscenti, non era dotato di agibilità ne tanto meno di agibilità al pubblico spettacolo. Per cui il nostro primo lavoro è stato di ridare l’agibilità alle strutture prima sportive, e poi secondariamente alle tribune. Questo ha comportato un grandissimo lavoro, però oggi con soddisfazione possiamo dire che dopo solo 8 mesi dell’immissione in possesso abbiamo riaperto i campi sportivi, quindi c’è una scuola rugby avviata, c’è il calcio sia con la Roma che con la Dabliu Soccer Accademy, e il volley che attiveremo appena riusciremo a montare una struttura che stiamo concordando con il Comune di Roma. Ad oggi sono già ripartire le attività per quanto abbiamo ancora tante cose in serbo.

E’ aperta soltanto una tribuna, quanto ci vorrà per aprire anche l’altra?
E’ un mistero semplice, è un problema veramente tecnico. La tribuna è assolutamente collaudata, quindi il nostro lavoro è stato fatto su entrambe le tribune ed è pronta per essere adeguata. Noi abbiamo fatto degli adeguamenti di sicurezza richiesti dalla Commissione Pubblico Spettacolo molto importanti relativi ai parapetti e al rialzo di essi e della numerazione della tribuna. Tutte operazione complicate ma che noi siamo in grado di fare in un mese. La realtà è che stiamo aspettando da un anno e mezzo delle autorizzazioni dal Comune per montare le torri-faro definitive. Sono quelle che limitano la fruibilità delle vie di fuga sulla seconda tribuna, per cui, nel momento in cui metteremo le torri-faro apriremo immediatamente anche la seconda tribuna. E’ un problema tecnico di semplice risoluzione nel momento in cui partiamo col lavoro delle torri.

Che problemi ci sono stati a contenere 4000/5000 persone dopo il derby?
Certamente c’è stata una discreta tensione da parte mia perché ci aspettavamo 1500-2000 persone e ne sono arrivate fino a 6000 nell’arco della giornata, da quanto mi dice la Questura 4500 persone. Eravamo ben preparati, siamo stati assistiti in maniere egregia dalle forze dell’ordine, dalla Questura che mi ha autorizzato, per motivi di ordine pubblico, ad aprire la seconda tribuna. Ci tengo a dire che la seconda tribuna era perfettamente agibile, mancano alcune cose come la numerazione che in quel momento la Questura ha ritenuto essere ampiamente superabile per far accomodare il pubblico in sicurezza. Questa è stata un’emozione vederle entrambe piene, io ero con i dirigenti della Roma e devo dire che siamo rimasti tutti colpiti, credo anche i giocatori dalle facce che ho visto, è stata una cosa emozionante per tutti.

C’è stato qualche problema di ordine pubblico o è filato tutto liscio?
E’ stata una giornata di festa, abbiamo visto tantissimi bambini, ho potuto vedere la sera dei servizi, perché mi sono goduto poco il momento per la tensione che dicevo prima, però è andato tutto egregiamente e bisogna darne merito soprattutto al pubblico romanista che non è vero che deve creare problematiche per forza, tanti sono venuti coi bambini, tanti con le ragazze, con i nonni quindi abbiamo visto dai bambini di 3 anni alle nonne di 85, che abbiamo fatto accomodare, a delle persone disabili che abbiamo fatto accomodare in dei posti portatori di handicap. Devo dire che è andato tutto in maniera egregia, e ringrazio ancora i tifosi romanisti per primi, i dirigenti della Roma che mi hanno assistito, il mio staff e le forze dell’ordine.

All’Olimpico ci sono molti controlli, qui come funziona?
Siamo assistiti nella stessa maniera, siamo assistiti dallo stesso staff. Ogni tanto mi capita di andare all’Olimpico e trovare gli stessi steward che lavorano qua, ovviamente in maniera ridotto, sono in funzione del numero e mediamente tra staff di Roma Calcio, di dirigenti, accompagnatori e steward siamo più di 50 persone a garantire la logistica e la sicurezza degli spettatori e degli atleti. Direi che siamo perfettamente assistiti dagli steward della Roma, dallo staff Dabliu e dai dirigenti Roma. Per fortuna non abbiamo mai avuto problemi. Io ho tenuto a telecamerizzarlo tutto, quindi è dotato di videosorveglianza, creiamo dei pre-filtraggi attraverso delle semplici transenne. Io ci terrei che fosse un luogo dove riscoprire il calcio con una recinzione. Il nostro progetto futuro è di eliminare le barriere, fare lo stadio senza barriere come adesso è un po’ in voga, chiaramente bisogna garantire la sicurezza, in primis con la videosorveglianza.

Che pensiero ha sulle barriere dell’Olimpico?
Certamente credo che il pubblico romanista possa dimostrare che merita lo stadio senza barriere. Lo stadio all’inglese è sicuramente più fruibile e più piacevole, si sta più vicini alla squadra. Ritengo che costruire uno stadio di proprietà sia importante anche per avvicinare il pubblico alla squadra rispetto a come la vediamo ora all’Olimpico con una pista di atletica che fa si che la distanza sia enorme, dalle Curve soprattutto.

C’è qualche aneddoto sulla squadra di Liedholm che si allenò qui vincendo poi lo scudetto?
Ero abbastanza piccolo, la Roma è venuta qui negli anni ’60 fino ai primi dell’80. Lo stadio è ricco di storia, ci si sono allenati Falcao, Bruno Conti, Sebino Nela, la Roma Campione d’Italia, il primo giorno da romanista di Totti e anche una delle sue partite con la Smit Trastevere e mie sembra che sbagliò un rigore proprio contro la Roma. Quindi è un impianto ricco di storia. Io ho trovato questo muro (il murales di Liedholm, ndr) sommerso dalle sterpaglie e devo dire la verità, mia pecca da romanista non sapevo che era il muro che fece costruire Nils (Liedholm, ndr). Gliel’ho voluto dedicare perché è una persona che sicuramente sta nel cuore di tutti noi romanisti e quindi ho un po’ tra tutte le sue freddure, le sue frasi e ho scelto questa che mi divertiva molto perché inquadra il suo carattere. Gli aneddoti sono legati su questo muro che a quanto mi dicono gli storici della Roma li metteva qui, Bruno Conti, Falcao e gli diceva di fare 600 tiri col sinistro e 600 col destro e li metteva a fare questa sorta di battimuro. Ce ne sono tanti, questo è uno di quelli che mi viene in mente.

La Roma potrebbe allenarsi qui come quella di Liedholm?
Certamente, è uno degli obiettivi che abbiamo con Roma Calcio, è una prerogativa assolutamente dei dirigenti della Roma con i quali siamo in contatto settimanale. Questa idea c’è, ovviamente l’effetto dopo il derby è stato enorme, bellissimo. Ci fa riflettere su quanto prepararci prima di fare allenamenti a porte aperte. Non vogliamo creare problematiche di traffico durante la settimana, al quartiere dell’Eur ma creare eventi belli, sono previsti con la Prima Squadra, sono previsti allenamenti quando la Roma lo riterrà opportuno, noi saremo a disposizione.

Tanto pubblico anche per la Primavera, quanta soddisfazione c’è?
Tanta perché dietro a questo impianto, io, mio fratello, il gruppo Dabliu, Francesco Di Maio che è il mio collaboratore e anche i miei soci, c’abbiamo messo tantissima passione. Abbiamo trovato tante difficoltà burocratiche in un momento di trapasso politico. Abbiamo un impianto pubblico, quindi tutto quello che facciamo lo dobbiamo fare con l’autorizzazione e il placet del nostro padrone di casa. Abbiamo tante idee, abbiamo un bellissimo progetto, credo anche un po’ imprenditorialità per farlo però ci deve stare vicino il nostro proprietario di casa. In questi ultimi due anni, lo dico a malincuore, spero che le cose cambino. Chiaramente tra la fine della Giunta Marino, il commissariamento e l’insediamento della nuova Giunta abbiamo patito tanto. Tanta fatica però quando vediamo l’impianto pieno, i tifosi così divertiti, così contenti di stare lì con i ragazzi ci riempie di soddisfazione, ci dà la carica per andare avanti.

Un suo sogno per questo impianto?
Non amo fare sogni, faccio l’imprenditore, il manager dello sport da 20 anni, amo fare progetti realizzabili quindi quando parlavo di creare quello che volevo fare qua tutti mi prendevano per matto perché l’impianto era fatiscente. Credo di aver dimostrato che in otto mesi siamo riusciti già a fare tanto. Il mio sogno/progetto è di fare un impianto polivalente di altissimo livello, a disposizione anche di squadre che vogliono venire a fare le rifiniture a Roma e avremo l’Under 21 della Spagna a fare allenamento sia di prima seduta che di rifinitura qui al Tre Fontane in occasione della gara dell’Olimpico contro l’Italia. Sono soddisfazioni grosse, il nostro progetto si estende nel rugby e nel volley, abbiamo tanti bei progetti che vogliamo trasformare in realtà. Il sogno è il progetto che stiamo portando avanti con la scuola del Serafico che è il liceo sportivo. Lo stiamo lanciando e il Tre Fontane sarà sede del liceo sportivo, uno dei primi licei sportivi della Capitale.

Nel 2023 ospiterete il rugby?
Il rugby è uno sport che amo ma con i miei soci ne ho parlato tanto e sono entrato in alcune logiche che prima mi sfuggivano. E’ uno sport bellissimo, trovo abbastanza assurdo mettere in competizione il calcio con il rugby, anche perché noi parliamo di bambini e loro cambiano sport, oggi fanno calcio, poi fanno rugby, domani fanno nuoto, il 2% diventa agonista e quindi fa uno sport solo. E’ uno sport molto bello e speriamo di ospitare delle competizioni anche prima del 2023, stiamo trattando delle belle cose.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti