La Gazzetta dello Sport – Ora Pallotta copia Thohir: una newco per tutti i debiti

Juventus - Roma

Di seguito le scelte di Pallotta per risolvere le problematiche legate al Fair Play finanziario  racchiuse in un’ articolo de La Gazzetta dello Sport

L’operazione e l’esigenza che l’ha prodotta sono le stesse dell’Inter, non a caso l’altra italiana finita sotto la lente di ingrandimento dell’Uefa per il fair play: creare una newco in cui far confluire tutto l’indebitamento del club (circa 130 milioni) e rifinanziarlo con un’unica banca che in cambio, a garanzia del suo finanziamento, si prende in pegno tutti gli asset che producano ricavi sicuri, dal marchio ai contratti con le pay tv. Inquietante, ad una prima lettura. In realtà, poco più di un normale camouflage finanziario che non cambierà i destini della Roma, a patto, però, che il club cominci a produrre ricavi più sostanziosi in grado di erodere, se non abbattere il debito. Del resto, è più o meno quello che ha fatto Thohir a maggio. Cambia solo la banca: l’imprenditore indonesiano si rivolse all’italiana UniCredit, Pallotta oggi ha bussato all’americana Goldman Sachs, che già gli cura il piano di finanziamento dello stadio.

Vantaggi L’operazione, già approvata dal Cda della Roma e comunicata ieri al mercato per rispondere agli obblighi di Borsa, diventerà operativa solo nei prossimi giorni. Pallotta, che l’avrebbe voluta tenere segreta, potrà rifinanziare il debito da 130 milioni e accedere ad una nuova linea di credito senza tirare fuori un centesimo. La creazione di una newco controllata dalla Roma in cui confluiranno direttamente gli incassi dei diritti tv e i proventi del merchandising, invece, servirà a tutelare Goldman Sachs da eventuali crisi di liquidità: se la società non rispetterà le rate di pagamento, la banca potrà mettere le mani sul suo marchio e sui suoi contratti tv, cioè sulle sue principali fonti di sostentamento.

Rischi Ma perché l’operazione resti indolore, il fatturato della Roma dovrà prima o poi aumentare: con la permanenza della squadra in Champions, le vendite della Nike, lo sfruttamento del marchio e, in un futuro ancora imprecisato, i ricavi da stadio. Altrimenti, andranno ridotte spese e, di conseguenza, ambizioni.

La Gazzetta dello Sport – A. Catapano

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