Onorevole, una domanda: questi invece sono bravi?

Il Tempo (M.Fondato) La politicizzazione delle curve non è un fenomeno solamente di destra, anche se la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi sembra essere preoccupata solamente dall’estremismo nero. Esistono, come è noto a tutti (tranne che alla Bindi) anche numerose tifoserie storicamente orientate a sinistra (secondo le ultime stime sono 33) inserite anche nei centri sociali più duri, combattive e rafforzate anche da una sorta di «internazionale» che ha stabilito gemellaggi e mutuo soccorso tra le varie curve rosse. Protagonisti di episodi violenti, di cori infami. La curva nord «Livorno 1915», ad esempio, nata sulle ceneri delle ex «Brigate autonome livornesi» ha messo in piedi una rete con gli ultras di Glasgow, Olympique Marsiglia, Herta Berlino, Aek di Atene. Rimanendo in Toscanagli ultrà del Pisa sono gemellati con tedeschi del Karlsrhue. Nel 2011 alcuni di loro entrarono al bar «Sorriso» di Terni armato di bastoni, mazze da baseball, tirapugni, fumogeni e petardi; qualcuno brandisce cinture le cui fibbie roteano minacciose. «Dove sono i tifosi?», chiesero agli avventori stupiti, che si nascondono sotto i tavoli. E lì partirono due minuti di ordinaria follia: a colpi di mazza vennero distrutti scaffali, bancone, tende e arredi.

A Terni anche possono vantare una lunga tradizione rossa come tifoseria fin dal 1971, consolidato nel ’74 con la nascita degli «Ultras». Nel 79-80 nascono i Freak Brothers. Nell’82 viene aggiunto lo slogan «lo sballo continua». Il nome del gruppo ha origine da una vacanza ad Amsterdam, dove alcuni ultras ternani si impossessano del fumetto inglese «The Faboulos Freak Brothers», storie di tre fratelli dediti all’alcool e all’uso di droghe, mai pubblicate in Italia. La simpatia dei personaggi attira l’interesse dei ragazzi e l’idea di chiamarsi Freak Brothers piace subito al resto della curva. Gli scontri con folignati, salernitani, laziali, aretini, napoletani e soprattutto con i «cugini» del Perugia furono narrate con vivacità all’interno di un vero e proprio book con fotografie ed articoli di giornale.

Sono innumerevoli le cronache di violenti scontri in concomitanza con i vari derby toscani: Pistoiese-Livorno della scorsa estate, con 12 denunce e Daspo dopo una mega rissa a colpi di bastone è solamente l’ultimo episodio. A Brescia gli ultras parteciparono nel 2015 agli scontri indifesa di alcuni profughi. A Modena hanno un rapporto privilegiato addirittura con i tifosi del blasonato Siviglia. Ancora più di lusso i partner curvaioli del Cosenza, che può annoverare sia il Paris Saint Germain che l’Olympic di Marsiglia tra gli «alleati» di una tifoseria che ha ospitato 50 profughi curdi in curva e che sventolava bandiere dei terroristi del Pkk e del suo leader Ocalan. Negli ultimi anni emergono i ragazzi dei Rebels Fans, che faranno dell’antifascismo il loro vessillo assieme a quello rossoblu dei lupi della Sila.; insieme ad alcuni ultras del gruppo di Cosenza Vecchia, sono tra gli occupanti militanti del centro sociale Rialzo.

I Forever Ultras del Bologna «flirtano» con il Bochum, una cui rappresentanza è stata spesso presente allo stadio Renato Dall’Ara. Un paio d’anni fa furono proprio alcuni gruppi della Curva bolognese Andrea Costa a prendere una netta posizione contro alcuni «colleghi» di tifo troppo politicizzati, che avevano fatto attaccare molti volantini, sia attaccati sui muri della città che postati sui social network, con tanto di logo del Bologna per aizzare la protesta contro Matteo Salvini. Molti di loro si saldarono anche con i centri sociali in occasione della visita del leader leghista nel 2016 e il risultato furono violenti scontri con la polizia e la città ostaggio dei facinorosi. E che dire degli scontri dei tifosi rossi del Palermo, aficionados dei centri sociali «Anomalia» ed ex «Karcere», contro i tifosi della Lazio dell’11 aprile dello scorso anno? E degli ultras del Napoli che parteciparono agli scontri contro Salvini nel capoluogo partenopeo nel marzo scorso?

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