Ogni maledetta domenica

Corriere dello Sport (R.Maida) – Lasciare New York non è mai facile, come cantavano i Rem, ma stavolta la Roma non ha fatto neppure in tempo ad abbracciarla. Arrivata con un charter ieri all’ora di pranzo, la squadra è ripartita subito dopo l’amichevole con il Tottenham trascorrendo solo qualche ora in riva al fiume Hudson, dalla parte del New Jersey e quindi con la vista dei grattacieli di Manhattan, nell’albergo che la società aveva prenotato per aspettare la partita.

LO STRISCIONE – Nessuno dunque ha potuto visitare Times Square o l’Empire State Building, come invece era successo nella tournée di cinque anni fa. E quindi nessuno, se non qualche tifoso che l’ha fotografato, ha potuto vedere lo striscione sarcastico di benvenuto esposto da un gruppo di laziali a Central Park, con l’immarcescibile riferimento al derby del 26 maggio.

IN CAMPO – Da oggi pomeriggio la squadra torna in campo all’Ohiri Field, a due passi dal campus di Harvard, e si tratterrà a Boston fino a domenica, quando è previsto il gran finale della tournée americana contro la Juventus: appuntamento allo stadio di Foxboro, che dista circa un’ora di pullman dall’albergo della Roma, e a seguire velocissimo trasferimento all’aeroporto per il volo di ritorno in Italia.

IL PIANO – Una volta messo piede a Fiumicino, Di Francesco concederà almeno un paio di giorni di riposo ai giocatori. Poi riprenderà la preparazione a Trigoria, secondo un programma che va ancora stabilito: era in programma un’amichevole il 5 agosto ad Avellino ma è saltata per gli impegni di Coppa Italia dell’avversario. La Roma sta cercando un altro partner che preceda la partenza per Siviglia, dove è stato organizzato il memorial Antonio Puerta per il 10. Negli intendimenti di Monchi, che si è occupato dei contatti spagnoli, la squadra si sarebbe esibita anche tre giorni dopo a Girona per celebrare la storica promozione della squadra catalana ma anche questa partita è stata annullata.

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