Nei segreti del Barça

Corriere dello Sport (A.De Pauli) – Peggio di così non poteva andare alla Roma, che ora se la deve vedere con la rivale, con ogni probabilità, più forte del pianeta. E se qualcuno potrebbe obiettare (a ragione) che anche il Manchester City non è poi così male, basterà citare lo stesso Pep Guardiola, che alla domanda su un presunto ruolo da favorita della sua squadra in Champions League, ha risposto con candore: «Dove gioca Messi? Nel Barça. Allora il Barça è il favorito». I campioni uscenti del Real? Dietro di addirittura 15 punti in Liga, non c’è partita. Unica squadra ancora imbattuta nei principali campionati d’Europa, con 22 vittorie e 6 pareggi frutto di 72 reti segnate contro le appena 13 concesse, la compagine blaugrana presenta un passo simile anche nella massima competizione continentale, che l’ha vista approdare ai quarti dopo 5 successi e 3 pari, accompagnati da 13 gol all’attivo e 2 al passivo. Ci sono fondati motivi per recriminare contro la sorte, eppure anche la perfetta macchina assemblata da Valverde ha i suoi punti deboli.

ARGOMENTI – In effetti, non c’è troppo da stare allegri quando si affronta una squadra con un portiere in grande ascesa come Ter Stegen, che in questa stagione, tra le varie competizioni, ha già concluso ben 22 partite con la porta immacolata, e che davanti può vantare la coppia più affiatata del pianeta, formata da Messi e Luis Suarez, che in Liga ha già messo a segno 45 reti complessive, 24 dell’argentino e 21 dell’uruguaiano. In Champions, però, le cifre si fanno differenti, con il 5 volte Pallone d’Oro che garantisce i suoi standard (6 gol), ma con il Pistolero che spara a salve: basti ricordare che non trova la via della rete, in Coppa Campioni, da oltre un anno, esattamente dall’8 marzo del 2017, notte dell’incredibile 6-1 rifilato al Psg. Inutilizzabile Coutinho, pare non aver ancora ingranato neppure il nuovo acquisto Ousmane Dembelé, anche se il primo gol in blaugrana realizzato al Chelsea potrebbe costituire una svolta. A rendere meno proibitiva la mission impossible della Roma, poi, il forfait, per lo meno per l’andata del Camp Nou, di Sergio Busquets, elemento insostituibile nello scacchiere di Valverde. Un argomento in più a cui aggrapparsi per tentare l’impresa.

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