MontellAmleto «Continuità o nuove forze?»

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Tuttosport (P.Balsomini) – Non ci sono topini che girano per Bogliasco, ma Vincenzo Montella ha comunque i suoi guai da risolvere. A cominciare dalla classifica sempre più preoccupante e da un umore nero dopo il pareggio ottenuto all’ultimo secondo dal Torino nel turno infrasettimanale. Così il tecnico blucerchiato per il match dell’Olimpico ha deciso di ripartire dalla difesa a 3 sperimentata contro i granata, pensando invece di cambiare qualcosa in attacco: stuzzicato dall’idea Quagliarella dal primo minuto, l’allenatore blucerchiato, per il secondo posto in attacco, dovrà scegliere uno tra Correa, Muriel e Cassano. I primi hanno già disputato due gare in una settimana mentre Cassano, che conosce molto bene l’ambiente giallorosso, è rimasto a riposo, ma «Muriel mi garantisce profondità», ha ammesso Montella, ancora alla ricerca della migliore Samp: «In tutte queste giornate non siamo quasi mai riusciti ad avere gli stessi giocatori. E ora sono combattuto se dare continuità di formazione o inserire risorse importanti come i nuovi arrivati Alvarez e Quagliarella, oppure Cassano».

Equilibrio precario – Il tecnico medita e sperimenta, sapendo benissimo che contro la Roma non sono ammessi passi falsi. Anche perché di fronte ci sarà Luciano Spalletti, allenatore che conosce molto bene e che non sarà facile battere: «Siamo colleghi, ma anche amici – ha spiegato ancora il tecnico napoletano -. E’ stato mio allenatore (proprio alla Roma, ndr) e ognuno conosce pregi e difetti dell’altro. Si sono rinforzati nell’ultimo mercato perché El Shaarawy e Perotti sono due ottimi giocatori e Zukanovic ti fornisce quella duttilità necessaria. E poi Spalletti è un abile prestigiatore in grado di farli giocare in tanti modi». Roma a parte, Montella deve soprattutto fare i conti con i difetti della sua squadra cercando quella continuità che la Sampdoria quest’anno non ha mai avuto: «La cosa più importante è l’equilibrio, nel calcio è davvero precario. Pensate cosa si sarebbe detto se Berardi avesse segnato il rigore martedì o se la nostra partita fosse finita dieci secondi prima; molte valutazioni sarebbero cambiate. Ora ci vuole fiducia e convinzione». Anche perché la classifica non fa dormire sonni tranquilli: «Noi non dobbiamo guardare la classifica – ha concluso l’allenatore blucerchiato -, non dobbiamo farci prendere dall’ansia da prestazione. Se avessimo raccolto quanto avremmo meritato in queste ultime due partite, si parlerebbe d’altro. Dobbiamo essere positivi».

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