La rinuncia di Re Totti «Sì, accetto la panchina»

roma-torino1-totti-doumbiaLa Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – La sua unicità, in fondo, la racconta un dato di fatto: anche quando non gioca, Francesco Totti riesce a rubare i riflettori a chiunque. Soprattutto quando dichiarazioni forti sulla (presunta) difficoltà della sua gestione spazzano i dubbi. «Per la Roma sogno il meglio», dice. Ma una cosa è certa: il girone di ritorno della Roma corre il rischio di diventare un processo al suo capitano che, a 38 anni, ha ancora voglia di fermare il tempo. ACCUSA Ma Roma è citta di sentenze, basandosi su numeri taglienti. Dopo il giro di boa del campionato la squadra, con Totti in campo, ha messo insieme solo 9 punti (su 27 a disposizione), frutto di una vittoria, 6 pareggi e 2 sconfitte. In sua assenza invece i punti sono stati 11 (su 15), frutto di 3 vittorie e 2 pari. Non solo. Negli ultimi match si è notato come Pjanic si sia giovato dell’assenza del capitano e così ieri Garcia – dovendo ridisegnare la squadra per il forfeit di Keita – ha scelto Doumbia al posto di Totti. Domanda: ma la sua è una giubilazione di fatto, magari anticamera a un mancato rinnovo di contratto nel 2016? Non crediamo. Innanzitutto perché davanti non sono al top (Ljajic ha problemi, Doumbia e Ibarbo sono ancora modesti) e poi perché del suo futuro si parlerà solo avanti. DIFESA Ovvio che a Totti dispiaccia questo clima. Se nel ritorno il dati sono impietosi, nell’andata invece il bottino era stato di 8 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte (28 punti su 42 disponibili: media di 2 a match). Il senso del suo pensiero è questo: fra Coppe e campionato, per via della modestia di chi lo ha affiancato, gli è stato chiesto un super-lavoro che ha finito per spremerlo. Altro capitolo il rinnovo. Totti dice: quando mai io ho deciso da solo una cosa del genere? È stato sempre fatto in accordo col club e fra un anno sarà ancora una volta così, parlando direttamente con Pallotta, con cui sul tema c’è un feeling particolare per via anche del merchandising. Non basta. Il capitano sarebbe ben lieto che arrivassero campioni, e con loro andrebbe volentieri in panchina. In passato, anzi, gli è stato chiesto di chiamarli per convincerli ed è pronto a rifarlo. Non è un caso perciò che ieri abbia scritto: «Dobbiamo centrare il 2° posto… Ciascuno di noi dovrà mettere da parte opinioni sulla stagione sino alla fine. Processi e decisioni rimandiamoli a giugno. Giocare mi fa chiaramente piacere, però valuto le cose al di là della mia presenza: mi sento di dare un contributo tanto da dentro, quanto fuori dal campo. Voglio chiarire una cosa: io non ho mai chiesto di cambiare il mio contratto. Per la Roma ho sempre desiderato e sognato il meglio, ma il rispetto verso tutti è importante e non deve mai mancare». Un appello che difficilmente sarà ascoltato.

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