Mezza Serie A apre a Malagò

Corriere dello Sport (P.Guadagno) – Mezza serie A è pronta a trattare con Malagò. In sintesi, il concetto è questo: se il presidente del Coni vuole che la Federcalcio sia commissariata e la condizione necessaria perché si arrivi a tale eventualità è che la massima categoria non elegga i suoi vertici, allora deve essere anche pronto a venire incontro a certe richieste. Quali? Tanto per cominciare aumentare il peso della serie A all’interno del Consiglio Federale. Chi porta tutto il denaro necessario per far funzionare tutto il movimento, infatti, non può contare solo per 12%, mentre Dilettanti e Lega Pro insieme raggiungono il 51. Inoltre, si dovrà andare verso una riforma dei campionati e non si sbaglia a immaginare che dovranno essere varate le seconde squadre.

SCHIERAMENTI – Evidentemente, un simile scenario non è venuto fuori soltanto ieri a margine di una doppia riunione in via Rosellini, quella della commissione per i diritti tv e quella per l’individuazione dell’amministratore delegato. I contatti tra buona parte dei club di serie A e Giovanni Malagò vanno avanti da giorni e ormai le varie posizioni si sono delineate. Tra i club disposti ad accettare il commissariamento ci sono Juventus, Roma, Inter, Napoli, Fiorentina, più Bologna, Torino, Sassuolo e probabilmente con loro anche la Sampdoria. Dall’altra ci sono le società ancora “fedeli” a Claudio Lotito, che sta provando a fare di tutto per evitare l’intervento di Malagò. Il presidente della Lazio ha dalla sua il Milan, che con la nuova proprietà ha fatto definitivamente il salto, più una serie di società medio-piccole. Napoli, Juve, Inter, Roma, Fiorentina e Bologna, con Toro, Sassuolo e Samp, pensano a logiche diverse rispetto a Lazio, Milan e le altre: lo stallo della Lega può incoraggiarle.

NOMI – Una simile spacca tura è la dimostrazione che l’Assemblea di lunedì si risolverà con un nulla di fatto per quanto riguarda la sua parte elettiva. La commissione che ha lavorato sull’ad insieme a Egon Zehnder, l’ “head-hunter” che ha ricevuto l’incarico, porterà sul tavolo dai 3 ai 5 profili (tra cui, si dice, Sami Kahale di Procter & Gambel, Michele Scannavini di Ice e Marzio Perrelli di Hsbc; molto più sfumato Ugo De Siervo, ad di Infront). Sulla carta dovrebbe fare lo stesso anche la commissione dedicata all’individuazione del presidente. In questo caso, pare che ci sia un nome in cima a tutti, vale a dire quello di Marchetti, ex-vicecomandante della Guardia di Finanza, spinto con forza da Lotito, che aveva pensato anche a Squitieri, ex-presidente della Corte dei Conti. Mentre sullo sfondo ci sono pure Gravina, attuale presidente della Lega Pro, e Abodi, ex-numero uno della B e ora presidente del Credito Sportivo.

NO AI COMPROMESSI – L’unica possibilità di arrivare ad una fumata bianca, non necessariamente già lunedì, ma entro l’11 dicembre, quando scadrà il mandato in Lega Tavecchio, sarebbe una sorta di compromesso per accontentare tutti. Ovviamente, visto che il suo obiettivo è quello di scongiurare il commissariamento, Lotito sarebbe disposto. Le altre big e le loro alleate, invece, vogliono abbandonare questo tipo di logiche, dando finalmente concretezza alla svolta manageriale da tempo invocata. Quindi, presidente e ad dovranno essere figure forti, preparate e dedicate, non espressioni di un’area piuttosto che di un’altra. Altrimenti, tanto vale andare al commissariamento.

STILE PREMIER – Come premesso, però, Malagò dovrà venire incontro alle richieste di questi club, che altri menti, non avendo la certezza di ottenere ciò che vogliono, potrebbero decidere di trovare comunque un accordo su una nuova governance, un accordo che diverrebbe più semplice nel momento in cui si passasse da maggioranza qualificata a maggioranza semplice. L’ultimo “spettro” agitato davanti a Giovanni Malagò sarebbe quello di arrivare ad una svolta in stile Premier League, con l’uscita dei top-club dalla Federazione. L’eventualità, però, al momento appare remota e comunque richiederebbe tempi assai lunghi.

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