Kostas Manolas, difensore della Roma, è stato intervistato da La Stampa ed è tornato sulla storica vittoria per 3-0 sul Barcellona. Queste un estratto delle sue parole:
Quante volte ha rivisto, o rivissuto, l’attimo in cui con un suo colpo di testa la rimonta impossibile contro il Barcellona era compiuta?
«Tante, ma tutte subito dopo la partita. Poi, basta».
Basta?
«Se ti fermi a pensare che hai toccato il punto più alto della tua carriera sei finito: io, nella testa, ho altro».
Poi, le lacrime in panchina al fischio finale…
«Una liberazione. Anche perché temevo che, dopo la mia rete, il Barcellona potesse segnare e vanificare tutto quello che avevamo costruito durante la partita».
Liverpool vuol dire Salah. Che rapporto avevate come compagni di squadra?
«Ottimo. Momo è un ragazzo straordinario. Una persona perbene e, poi, ha il sorriso sempre stampato sul volto. Mi piace».
C’è un segreto per fermare l’uomo da 45 gol in stagione?
«Lui è veloce. Molto veloce. Ma lo sono anch’io (sorride, ndr)».
Nessuna blindatura, quindi?
«No, ma gioco di squadra sì. Se abbiamo fermato il Barcellona di Messi, possiamo fermare il Liverpool di Salah: non sarà facile, ma siamo pronti».
Diverso sembra essere il vostro atteggiamento in Europa rispetto a un campionato arricchito da troppi alti e bassi.
«In campionato dovremmo avere almeno sette o otto punti in più. Ma è vero: quando giochiamo in Champions è come se avessimo stimoli maggiori».
Atletico e Chelsea messi alle spalle nel girone. È nata là la convinzione di poter sfidare tutti alla pari?
«No. La nostra convinzione nasce dalla filosofia di gioco che ci trasmette l’allenatore: la Roma non deve mai cambiare il modo di pensare».
Di Francesco lo ritiene un tecnico moderno?
«Europeo. Ci chiede sempre di provare a dominare la partita con pressing alto e intensità. E in Europa si va avanti così».
Una mossa che vi ha trasmesso fiducia perché frutto delle convinzioni del vostro allenatore.
«Di Francesco è così. Ha delle idee in cui crede e, quelle idee, devi seguire con convinzione: lui sa come trasmetterle».
Vincere la Champions è solo un sogno?
«Siamo fra le migliori quattro e, a questo punto, non ci sono favorite».
Cosa teme di più dei ragazzi di Jurgen Klopp?
«La loro freschezza e imprevedibilità».
Il messaggio più bello che ha ricevuto dopo il colpo eliminazione al Barcellona?
«Da mia madre. Mi ha scritto: sono orgogliosa di te».