Malagò e lo sciopero del tifo: “Mi auguro che ci ripensino. Serve un gesto di superiorità”

Malagò

La Gazzetta dello Sport (G.Imparato) – La domanda è precisa, assolutamente gradita. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, oscilla tra il ruolo istituzionale e il grande amore per Roma e i romani che porta dentro da sempre. Gli chiedono del derby senza curve, è il solo momento dopo una serrata sfilza di domande in cui cala il tono, come se divenisse triste. «Lo sciopero delle curve? Grazie per la domanda. Io spero tantissimo ci ripensino. Vado allo stadio nel mio ruolo istituzionale, mi spiace da morire vedere le curve vuote o quasi, comunque senza tifo organizzato, la parte più forte e fiera delle due tifoserie».

SIATE SUPERIORI – Malagò vorrebbe un ribaltone, una sterzata, una sorpresa che maturasse nelle ore dell’immediata vigila della stracittadina, un colpo di scena che la rendesse colorata e civilmente chiassosa. «Mi auguro ci sia un ripensamento – ammette Malagò – , spero ci sia un gesto di superiorità nei ragazzi e tante ragazze che frequentano la curva romanista e laziale. Dovete comprendermi, io non posso andare contro i provvedimenti di chi ha la responsabilità di assicurare l’ ordine pubblico, non è il mio ruolo. Però dico loro: se è possibile siate superiori a quelle che, dal vostro punto di vista, sono decisioni ingiuste. Da sempre sono vicino alle tifoserie, sia giocando in casa che in trasferta, molti tifosi lo sanno bene».

SCUOLE LIPPI – Alla presentazione delle Reset Academy, scuole calcio di Davide Lippi, con sede centrale alla Borghesiana ma pronte ad aprire in ogni regione, Malagò chiarisce anche il suo punto di vista sulla questione Stadio Roma, dopo il commissariamento del Campidoglio e l’addio all’ex sindaco Marino: «Sono sempre stato favorevole allo stadio della Roma. Spero la Roma abbia lo stadio, come un giorno la Lazio, poi l’Inter e si risolva la sistemazione del Napoli, del Palermo e vado anche contro i miei interessi visto che perdo un cliente importante per l’Olimpico, proprietà Coni, come la Roma. Ma ritengo che quanto successo al comune, con il commissariamento, non pregiudichi né acceleri il tutto».

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