L’Uefa sta con Michel, le elezioni potrebbero slittare

Michel Platini

Il Corriere della Sera (G. De Carolis) – Il gioco per il trono è pieno di coltellate più che di spade. Il futuro re del pallone sarà incoronato alla fine di una guerra senza regole, iniziata anni fa. Nessuno è al sicuro, non contano cariche, blasone o passato. Gli amici mutano in nemici, unico obiettivo: salvarsi.

La sospensione di 90 giorni inflitta al numero uno della Fifa Joseph Blatter (indagato dalla Procura svizzera) e al presidente dell’Uefa Michel Platini (non indagato) da parte del Comitato etico non era inattesa. Dentro il palazzo di una Fifa commissariata, si muove il direttore della divisione legale della federazione: lo svizzero Marco Villiger. Il Comitato etico, che fino a pochi giorni fa non brillava per zelo, avrebbe (sotto suo impulso) intrapreso un’altra strada, ostentando inflessibilità con Blatter e Platini, una linea adottata per placare la Procura di Zurigo che indaga sulla Fifa insieme al Dipartimento di Giustizia statunitense. E sarebbe un modo per frenare l’ira degli sponsor, Coca Cola e McDonald’s, che versano milioni e pretendono trasparenza. I due colossi non vogliono ritrovarsi invischiati neppure marginalmente (e la legge americana non è affatto di manica larga) in un ginepraio di fondi neri e tangenti. Si vuole poi scongiurare di dover posticipare, a data da destinarsi, le elezioni e che la Fifa sia costretta a lasciare la sua sede in Svizzera e prendere dimora in Qatar o in un altro Paese arabo. Così si sposterebbe l’asse del potere altrove, ma pure in un luogo meno esposto alle inchieste. E non è un’ipotesi campata in aria.

Entro il 26 ottobre vanno presentate le candidature per le elezioni in programma il 26 febbraio. Quattro mesi sono un tempo eterno e una terra di nessuno dove in tanti possono lasciarci la carriera. La corsa di Platini è a ostacoli. La sospensione non gli vieta di candidarsi, ma a dicembre dovrà sostenere (e superare come gli altri) un test di integrità davanti a una commissione Fifa. Potrebbe passarlo oppure essere ritenuto «non idoneo». Da qui a dicembre la strada è lunga e le mosse della Procura svizzera saranno rilevanti. Il terrore dell’Uefa, la più ricca e potente delle federazioni, è sostenere un candidato poi non eleggibile. Platini è sotto accusa per un pagamento ricevuto per un lavoro di consulenza alla Fifa tra il 1999 e il 2002. E qui si aggiungono altri dubbi. Una parte di quei soldi sarebbero stati pagati a fine 2002, un’altra tranche da 2 milioni di franchi svizzeri nel 2011. Perché dieci anni di ritardo? Se erano soldi non dovuti e non dovevano essere rintracciati, perché sono partiti da un conto ufficiale della Fifa? Sono le domande della difesa di Platini che li ha dichiarati al Fisco francese. Si preparava il terreno per far fuori Platini? Lo dirà l’inchiesta.

A metà dicembre, dopo i test di integrità, è fissata una riunione della Commissione esecutiva Fifa. Con Platini escluso, la Uefa sarebbe tagliata fuori dalla corsa alla presidenza e farebbe di tutto per spostare le elezioni, gettando però altri dubbi sulla trasparenza Fifa. Blatter difficilmente potrà candidarsi, che abbia già perso è da dimostrare.

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