La violenza uccide il mondo del calcio

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Il Sole 24 Ore – La partita di ieri all’Olimpico è stata pura guerriglia urbana: due tifosi giallorossi accoltellati prima del derby, blocco quasi totale della circolazione fra Prati e Ponte Milvio, sequestrati roncole e cric. Non sono mancati i saluti romani e sciarpe giallorosse bruciate dai supporter polacchi gemellati con i biancocelesti. Neppure lo schieramento di 1.700 agenti è servito ad evitare il caos. Ordine pubblico in tilt per mano dei soliti beceri che scambiano una partita di calcio per un regolamento di conti. Perché, se avessero in mente solo la lotta per la Champions, i tifosi dovrebbero pensare a sciarpe e bandiere, non a roncole e cric.

Il calcio è ormai lo sfogatoio di guerre per bande, di rivalse e di antichi rancori. E, per fortuna, non è scappato il morto. Basta a questo calcio violento, senza senso. Un calcio così non ha ragion d’essere, è bestialità. Allontana le famiglie dagli stadi (quelli italiani sono già così desolati) e crea pericoli e problemi anche ai cittadini a tiro di stadio. Per il bene di tutti, tifosi e non, siano individuati i violenti, siano applicate con severità le norme. Per non ritrovarci mai a dover piangere altri morti da stadio. Le nostre città non sono il Far West. Non ancora almeno.

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