La Nazione (F.Bandinelli) – L’ultima volta che Roma e Chelsea si sono visti, per discutere il passaggio di Nainggolan al Chelsea, seduto al tavolo c’era pure Ramy Abbas, l’agente che ha portato Momo Salah dalla Fiorentina spingendolo verso la capitale (silenzioso anche sul fronte dei tweet). Adesso si aspetta l’ultima parola, quella della FIFA che dopo aver rinviato la decisione, essendosi vista recapitare ulteriore documentazione, entro i primi quindici giorni di maggio si pronuncerà sulla questione. Possibile, se verranno riconosciute le ragioni della Fiorentina, che l’attaccante egiziano possa essere squalificato, ma il termine della stagione gioca dalla sua parte e, eventualmente, dalla parte del club dove deciderà di andare. L’imbarazzo che ha fatto seguito al caso Regeni (Salah è testimonial turistico dell’Egitto), al di là delle smentite del suo agente, lo starebbe spingendo verso l’ennesimo dribbling e, al palo, benché con la consolazione di una quantità di soldi da reinvestire, rischia di restare proprio la squadra di Spalletti. La FIFA, che dal canto suo non vuole che in campo si manifestino convinzioni politiche o religiose – Salah, invece, ogni volta che segna ringrazia Allah – sta studiando il tutto con particolare attenzione. La Fiorentina aspetta solo di poter chiudere con una pietra sepolcrale la vicenda più incredibile degli ultimi tempi: c’è cauto ottimismo, ma nessuno si sbilancia.
