La Gazzetta dello Sport – Muzzi-Siviglia derby a Trigoria tra doppi ex

Muzzi_Roma

Sarà derby di doppi ex questa mattina a Trigoria, Roma-Lazio Giovanissimi Nazionali alle 11, con l’ex laziale Roberto Muzzi sulla panchina della Roma, e l’ex romanista Siviglia su quella biancoceleste.

Due che però hanno da tempo tagliato i ponti con il passato, in particolar modo il difensore che la Roma prese dall’Atalanta a scudetto appena vinto, utilizzandolo ben poco – 5 presenze in un anno – prima di girarlo al Parma per Sartor: arrivò alla Lazio a 31 anni, ci rimase fino ai 37, quando si ritirò (e proprio oggi ne compie 42). La Nocerina, che lo aveva lanciato anche da giocatore, gli ha fatto fare qualche mese da tecnico della Primavera, dopo la retrocessione del 2013 è passato alla Lazio, categoria Giovanissimi Regionali, seguendo poi il gruppo dei 2000 anche nei Nazionali. In rosa anche il figlio di Portanova, da seguire, oltre al numero 10 Frattesi, i tre nel giro dell’Under 15, Paglia, Saraceno e Pellacani.

 

ANDATA SENZA RETI Ma Siviglia non avrà vita facile, su un che non gli evoca bei ricordi: tre anni fa venne con la Nocerina, perse 4-0, tripletta di Nico Lopez. All’andata finì 0-0, la Roma giocò meglio, la Lazio esultò per non aver perso contro una squadra che nelle prime 8 giornate aveva 7 vittorie e un pari. Ha due anni più di Siviglia Roberto Muzzi, ma allena dal 2009, quando lasciò il Padova e il calcio giocato, tornando dove era cresciuto, facendo in tempo a giocare con Bruno Conti, nel frattempo diventato responsabile del settore giovanile. A cui, mentre ancora giocava nella Lazio, cedette i migliori talenti della scuola calcio di Morena che gestisce col padre, i gemelli Federico e Matteo Ricci, ora in prestito a Crotone e Pistoiese. In estate sembrava che il rapporto dovesse interrompersi di nuovo, come quando passò al Cagliari Nel novembre ’94: allenava gli Allievi Nazionali, che vennero affidati a Federico Coppitelli, fresco di scudetto Giovanissimi. E lui non era entusiasta di ripartire dal basso, come aveva fatto già nel 2013, quando, dopo sei mesi da secondo in prima squadra (di Andreazzoli, finale di Coppa Italia persa con la Lazio), ricominciò dai ’97. Alle fine è rimasto, prendendo una squadra che ora ha 13 punti in più dei biancocelesti: la stella è Sdaigui, punto fermo dell’Italia Under 15, ma occhio anche a De Angelis e D’Orazio sulla linea dei trequartisti, a Pagliarini in porta e in difesa a Danilo Barbarossa, arrivato due anni fa proprio dalla Lazio, e – in tema di ex – già capitano dei giallorossi.

La Gazzetta dello Sport – F. Oddi

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