Hall of Fame Classe 2015: L’Era dei Pionieri. I candidati sono Cardarelli, Da Costa, Volk, Masetti e Manfredini

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Di seguito le biografie dei cinque candidati per la categoria “Era dei Pionieri” della Hall of Fame Classe 2015.
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GUIDO MASETTI
Verona, 22 novembre 1907
Ruolo: Portiere
Palmares: Scudetto 1941/1942 (capitano), campione del Mondo 1934 e 1938
Presenze totali e gol subiti: 364, -390
Presenze in campionato e gol subiti: 338, -351
Presenze nelle coppe europee e gol subiti: 7, -18
Presenze in Coppa Italia e gol subiti: 19, -21

Capitano del primo scudetto, selezionato per due spedizioni iridate (Italia 1934 – Francia 1938), Guido Masetti è una leggenda del calcio italiano. Assieme a Combi è “il” portiere dell’anteguerra italiano tanto che in molte delle opere a tema calcistico tratteggiate dagli artisti futuristi dell’epoca si riconoscono i tratti caratteristici del suo volto e della sua sagoma. Dopo aver effettuato da avversario, nelle file dell’Hellas Verona, la prima partita ufficiale davanti al pubblico giallorosso (il 9 ottobre 1927 al Motovelodromo Appio), Masetti è diventato uno dei muri portanti dell’epica stagione di Campo Testaccio, rimanendo poi, a fine carriera, per lunghi anni, nei quadri sociali dell’AS Roma con diverse mansioni, sia alla guida della prima squadra che nel ruolo di inimitabile formatore e valorizzatore dei giovani talenti giallorossi.

PEDRO MANFREDINI
Maipu de Mendoza (Argentina), 7 settembre 1935
Ruolo: Centravanti
Palmares: Coppa delle Fiere 1960/1961, Coppa Italia 1963/1964
Presenze totali e gol segnati: 164, 104 (media 0,634)
Presenze in campionato e gol segnati: 130, 77
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 20, 18
Presenze in Coppa Italia e gol segnati: 14, 9

E’ arrivato a dispensare gol e sapienza calcistica dalla lontana Argentina ma come ha avuto modo di ribadire nella sua ultima visita al Centro Tecnico Fulvio Bernardini, si sente, a buon diritto, “romano”. Vincitore della classifica cannonieri del campionato italiano nella stagione 1962/63, della Coppa delle Fiere nel 1961 e della Coppa Italia nel 1964, Manfredini ha trionfato anche nell’edizione della Coppa America 1959 con “La Albiceleste”. E’ stato l’idolo incontrastato di una generazione di romanisti, il primo a cui sia stato dedicato un libro monografico (“Io e Il Piedone” 1962), in grado di colpire con il suo carisma e la sua devastante confidenza con il gol tifosi e personaggi del mondo della cultura. Uno di questi fu  Dino Risi che chiude con un suo gol l’episodio di un celeberrimo film (“Che vitaccia!” da “I Mostri” del 1963). Sergio Corbucci, infine, con una similitudine geniale, disse che un derby senza Manfredini sarebbe stato come un film di Sergio Leone senza Clint Eastwood.

RODOLFO VOLK
Fiume, 14 gennaio 1906
Ruolo: Centravanti
Presenze totali e gol segnati: 161, 106 (media 0,658)
Presenze in campionato e gol segnati: 157, 103
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 4, 3

Con le sue bordate micidiali era in grado di scheggiare il legno di Campo Testaccio. Statuario fisicamente, leale, irreprensibile sul campo da gioco, bilanciava la non eccelsa sapienza tecnica con l’impressionante forza fisica e la micidiale violenza delle sue bordate. Vincitore della classifica cannonieri del campionato italiano nel 1931, a lui si deve la rete che decise il primo derby in favore della Roma, il gol è stato il suo marchio di fabbrica irrinunciabile. Nessuno, in cinque anni di appartenenza al club, ha tenuto dei ritmi realizzativi tanto intensi, dal primo giorno nella capitale sino all’ultimo gol, contro l’Alessandria. Il Littoriale lo descrisse con un solo aggettivo, spiegando che era stato un tiro “violentissimo”, tutti capirono chi ne era l’artefice.

DINO DA COSTA
Rio de Janeiro (Brasile), 1 agosto 1931
Ruolo: Attaccante
Presenze totali e gol segnati: 163, 79 (media 0,485)
Presenze in campionato e gol segnati: 149, 71
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 4, 3
Presenze in Coppa Italia e gol segnati: 10, 5

Nel 2012 l’uscita di un suo libro autobiografico fu l’occasione di un evento capitolino in cui Da Costa, tornando a Roma, toccò con mano, ancora una volta, tutto l’affetto e la popolarità di cui gode tra i tifosi giallorossi di ogni generazione. Vincitore della classifica cannonieri del campionato italiano nel 1957 e della Coppa delle Fiere (1961), in Italia, vestendo altre maglie, ha conquistato anche per tre volte la Coppa Italia e una Coppa delle Coppe. Un fuoriclasse che ha sempre colpito nei derby, fino a diventare l’incubo dei biancocelesti. Nel marzo del 2012 a chi gli chiedeva se non avesse paura di veder battuto il record di gol segnati nella stracittadina rispose: “Spero che la Roma vinca, magari con un gol di Totti”.

AMOS CARDARELLI
Monterotondo (RM), 6 marzo 1930
Ruolo: Difensore
Presenze totali e gol segnati: 159, 3
Presenze in Serie A e gol segnati: 121, 2
Presenze in Serie B e gol segnati: 37, 1
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 1, 0

A portarlo alla Roma è stato un certo Fulvio Bernardini ed è uno di quei biglietti da visita in grado di riempire l’intere carriera di un calciatore. Amos Cardarelli, però, non si è fermato qui. E’ tra i protagonisti dell’immediato ritorno in serie A della Roma nella stagione 1951/52, e in carriera ha marcato tutti i più forti attaccanti della storia del calcio italiano e mondiale, da Nordahl a Pelé. Disincantato, ironico, straripante fisicamente, Cardarelli ha sempre dimostrato un amore sconfinato e assoluto per i colori giallorossi. Era il “figlioccio” di Angelino Cerretti che rivedeva in lui lo spirito e la caparbietà della generazione testaccina. Si definiva con sagacia un “cannoniere” pur avendo segnato due sole reti nella Roma… le sue vittime si chiamavano però Lazio e Juventus.

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