Gli errori dei fischietti di Collina vanno tutti verso una direzione

Il rischio che questa edizione della Champions League venga ricordata per gli errori arbitrali anziché per la rovesciata di Cristiano Ronaldo a Torino, gli 11 gol di Salah o l’exploit della Roma. Il palcoscenico, gara dopo gara, è sempre più ad appannaggio dei vari Brych, Skomina, Cakir, Oliver, Marcianiak, Makkelie, Kuipers e Lahoz, fischietti scelti, preparati e designati da Pierluigi Collina. Come riporta Il Messaggero, dagli ottavi in poi, non c’è stata gara che non si è portata dietro uno strascico di polemiche e veleni. Il fischietto turco Cakir in Juventus-Real Madrid non concede un penalty allo scadere per un fallo su Cuadrado mentre il suo collega Oliver, al Bernabeu, al 91′ assegna un rigore alle merengues per un contatto tra Benatia e Vázquez che ancora fa discutere. Anche la Roma può alzare la voce. Con il Barcellona, al Camp Nou, il fischietto Makkelie sorvola su un paio di rigori. Con il Liverpool sia all’andata con il tedesco Brych (terzo gol dei Reds è in fuorigioco) che al ritorno con lo sloveno Skomina (mani clamoroso non visto sul 2-2 di Alexander-Arnold che doveva essere anche espulso; fuorigioco inesistente fischiato a Dzeko che poi si procura un rigore dopo che Karius gli frana addosso) è la sagra dell’errore. Una serie infinita di errori alla quale sarebbe semplice porre rimedio utilizzando il Var. L’Uefa, però, lo rifiuta. Preferendo rimanere nel medioevo calcistico, dove vincono non sempre i più forti ma sicuramente i più potenti.

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