Gerson, quei 24 minuti che hanno il sapore di maturità

Pagine Romaniste (S.Indovino)Testa bassa e pedalare. Potrebbe essere questo l’assioma che incarna al meglio lo spirito di Gerson degli ultimi mesi. Sarebbe stato troppo semplice innalzarlo a quasi divinità dopo la splendida doppietta realizzata a Firenze. Mettiamola così: il suo enorme talento è ancora in fase embrionale e spinge per venire definitivamente fuori il prima possibile. Arrivato in Italia forse troppo giovane, il brasiliano ha iniziato a capire con leggero ritardo i ritmi del calcio della penisola, anche a causa dello scarso utilizzo che Spalletti faceva di lui.

SVOLTA SPERATA – Per un ragazzo che cambia realtà ad appena 18 anni venendo acquistato da Sabatini per un prezzo decisamente alto, è comprensibile la partenza in sordina. Complice un ruolo non totalmente identificato, la sua posizione di competenza era diventata la panchina. Poi il mancato prestito al Lille, la fine del campionato, l’avvento di Di Francesco, e tutto cambia. L’abruzzese si è subito messo in testa la volontà di recuperare un giocatore che, a detta di tutti, possiede qualità non indifferenti, tanto da attirare gli occhi del Barcellona prima di approdare alla Roma. Sin dai suoi primi giorni alla guida tecnica dei capitolini, l’attuale tecnico ha svolto un lavoro sul classe ’97 forse più mentale che tecnico, coinvolgendolo sin dalle amichevoli estive ricevendo subito risposte convincenti.

MATURITÀ – Non sono neanche mancate le apparizioni in gare ufficiali in questa prima parte di stagione in cui, dati alla mano, Gerson si è sempre comportato in maniera egregia sia da titolare sia alzandosi dalla panchina. A partire dal match dello Stamford Bridge, partita in cui Di Fra ha schierato il brasiliano nella posizione di ala destra con la preoccupazione dei tifosi che si potessero ripetere gli incubi vissuti con Spalletti. Ed è in questi frangenti che si annovera la sua nuova vita calcistica: convinzione, fiducia nei propri mezzi e sfida giocata al meglio, tanto da meritarsi una nuova occasione contro la Fiorentina. Doppietta realizzata al Franchi e fantasmi definitivamente scacciati via, lontani.

24 MINUTIStoria recente, il derby. La Roma, con la partita in cassaforte, si complica la vita facendo rischiare svariati patemi d’animo ai propri tifosi. Ed ecco che in campo va Gerson, per tentare di sopperire agli assalti finali biancocelesti senza disdegnare le ripartenze. L’ingresso nel terreno verde dell’ex Fluminense ha dato una carica non indifferente alla squadra, rea forse di essersi abbassata un po’ troppo nei minuti finali. La splendida abnegazione agonistica messa in atto dal giovane nei 24 minuti (recupero compreso) a sua disposizione non possono che essere una quasi definitiva conferma per Di Francesco, che ha acquisito un’elevata fiducia in lui. L’immediato futuro metterà la Roma di fronte l’ostica sfida a Madrid contro l’Atletico, per quello che potrebbe essere già un match point qualificazione agli ottavi di Champions League. Il tecnico ha già annunciato le ormai consuete rotazioni, in cui potrebbe entrare proprio Gerson. Prestazioni e maturità alla mano, non sarebbe una scelta sbagliata.

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