Frongia: «Stadio Roma è il migliore»

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Una giornata intensa tra impegni istituzionali e la premiazione di Claudio Ranieri. L’agenda di Daniele Frongia è fitta di impegni, ma l’assessore allo Sport trova il tempo anche di ascoltare le raccomandazioni di un’anziana sostenitrice del Movimento. In un pomeriggio primaverile abbiamo incontrato uno dei leader romani del M5S nel suo studio, tra bilanci e progetti, per parlare dello stadio della Roma e non solo.

Frongia, partiamo da qui. La Giunta ha appena approvato una delibera con cui si conferma l’interesse alla realizzazione dello stadio di Tor di Valle…
«E’ la prerogativa del prossimo passaggio, la cui data ancora non si conosce. Abbiamo rispettato i tempi. Questo è un documento che presenteremo anche il 5 aprile alla Conferenza dei Servizi».

A breve bisognerà votare una nuova delibera…
«Ora è passata in Giunta, l’assessore competente e la sindaca ci stanno lavorando. Io ho avversato il progetto nel 2014 per diversi motivi, non ho mai cambiato idea. Ciò che è cambiato è il progetto ed era difficile far cambiare quel progetto che era andato avanti con Marino, con Tronca e purtroppo anche con Berdini».

La sua posizione contraria era chiara, da consigliere di minoranza, nei confronti dello stadio. Oggi il progetto è sostenibile dal punto di vista ambientale?
«Ora è un progetto nuovo, rappresenta la migliore soluzione a due anni di distanza. Con un progetto nuovo, che parte da quello già approvato, la sindaca in prima persona ha seguito la questione da novembre, di fatto esautorando Berdini».

Lei è stato a Nyon a rappresentare Roma per gli Europei del 2020…
«Abbiamo fatto il punto con le altre 12 città europee sugli esiti di Francia 2016, abbiamo analizzato anche l’indotto che c’è stato nelle città coinvolte per capire cosa accadrà prima, dopo e durante gli incontri. In fase di studio con Uefa e Figc ci interessa sviluppare un progetto nelle periferie, sempre legato a Uefa 2020. Ho fatto rete con gli altri assessori allo sport delle altre città europee coinvolte. E’ bene che Roma entri in Europa, in alcune cose siamo un po’ indietro, anche nello sport».

Qual è la vostra posizione per la Ryder Cup di golf del 2022?
«Si è appena concluso un incontro tra la Federazione e Simone Valente, il nostro deputato alla Camera che ha richiesto un business plan dettagliato. Restano le nostre critiche dei primi passi nell’organizzazione dell’evento. E’ molto interessante l’analisi dell’indotto dei grandi eventi sportivi. Non possiamo confermare i dati della Federgolf, si parla di un indotto di 800 milioni. Il M5S ha apprezzato lo sforzo della Federgolf, ma i dati a nostro avviso sono non completi e non soddisfacenti, in particolare servono ulteriori chiarimenti sulla garanzia di 97 milioni di euro. La questione è comunque politica».

Il suo impegno per rilanciare il Flaminio. Tra pochi giorni è previsto un sopralluogo. C’è anche Ferrero tra i possibili gestori?
«Abbiamo già richiesto un finanziamento per rilanciare lo stadio, non per rifarlo. Vogliamo avviare una fase di ascolto e partecipazione e poi decidere come procedere, senza attendere lustri, anche perchè abbiamo già progetti, soggetti pubblici e privati, come Ferrero, che hanno espresso il loro interessamento. Giovedì faremo il sopralluogo, con gli uffici del dipartimento, la Pierluigi Nervi Project association, con un professore della Sapienza».

Il Flaminio può diventare lo stadio della Lazio?
«E’ una richiesta avanzata da migliaia di tifosi, sono state raccolte oltre 5000 firme. Il presidente Lotito mi ha chiaramente detto che la Lazio non è interessata a rilevare l’impianto. Stiamo vedendo progetti che riguardano una discoteca, dei parcheggi. Assistiamo a tanti tentativi imprenditoriali che però non sono in linea con la nostra filosofia».

Qual è l’impegno per lo sport in periferia?
«Secondo me sarà molto importante il nuovo regolamento degli impianti sportivi: valorizzeremo con i criteri degli aspiranti concessionari progetti in ambito sociale e di inclusione, con attenzione specifica per tutto ciò che riguarda sport e disabilità».

Avete chiesto a Pallotta di adottare impianti sportivi nelle periferie. Dove si potrebbe intervenire?
«Abbiamo l’imbarazzo della scelta. Stiamo già intervenendo insieme al Coni per utilizzare i playground».

Altre iniziative per lo sport?
«Lunedì mattina faremo una discesa con un gommone sul Tevere per vedere Roma con una prospettiva diversa e individuare i problemi che affliggono il fiume da decenni. E c’è un progetto con la federazione tennis per vari campi in periferia, l’ultimo sopralluogo è stato fatto a Ponte di Nona».

Il vostro impegno per una Standing area all’Olimpico. Intanto sono state tolte le barriere. Condividete questa soluzione?
«Il nostro è solo impegno con la Commissione sport per fare chiarezza e fare dialogare le varie posizioni. La struttura è del Coni ed è utilizzata da società private e della sicurezza se ne occupano Prefettura e Questura. Siamo stati facilitatori di questa soluzione, nel nostro ruolo istituzionale».

La situazione dell’ippodromo delle Capannelle. E’ scaduta la concessione di Ippogroup. Ora che succede?
«E’ stato avviato un iter amministrativo nel quale il Comune e il concessionario si stanno confrontando su aspetti economici, su richieste di prolungamenti di concessione e sulla durata della concessione. Loro chiedono di stare più tempo in virtù dei lavori eseguiti. All’interno dei 173 ettari ci sono abitazioni, quasi un piccolo quartiere, con stalle diventate villette, uno dei miracoli di Roma. Con il ministero siamo riusciti a mandare avanti l’attività. Scaduta la concessione per la prima volta l’Amministrazione ha chiesto di pagare il canone intero, vale a dire due milioni l’anno, rispetto ai 66.000 euro attuali».

Come sono i rapporti con il Coni, dopo la bocciatura della candidatura delle Olimpiadi?
«Con il Coni ho contatti quotidiani, li ho sempre avuti, sono stati interrotti solo nelle due settimane calde. Ma collaboriamo per gli Internazionali di tennis, il Sei Nazioni, alcuni progetti con le federazioni. C’è una grande disponibilità. C’è una grande specializzazione da parte nostra che è Roma, ma ciò non preclude la vocazione internazionale anche a livello sportivo e stiamo lavorando su eventi internazionali».

Lei è stato atleta delle Fiamme Gialle. Ci racconta i suoi esordi sportivi?
«Nell’87 facevo salto in lungo, sono arrivato al massimo ai campionati provinciali e regionali. In quegli anni le uniche medaglie le portavo a casa con gli scacchi. Ho praticato anche arti marziali e pallavolo. Prima all’Appio Latino, dove abitavo. Adesso sono tornato a praticare judo, mi allena un grande campione olimpionico, Felice Mariani, prima medaglia italiana nella disciplina nel ‘76 a Montreal, allena anche Giulia Quintavalle, della quale sono un ammiratore. Poi ho abitato al Quadraro e le arti marziali negli anni Ottanta servivano per difendersi dai bulli, non era come adesso. Ricordo tanti episodi di violenza. Le arti marziali sono un ottimo antidoto per il bullismo».

Il calcio un’altra grande passione. Non ha mai nascosto la sua simpatia per la Roma…
«Ricordo lo scudetto dell’82-83. Andavo allo stadio con la famiglia, gli amici. Si mangiava sugli spalti, un’era diversa. Adesso non vado quasi mai. Vado in stadi più piccoli per altri sport».

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