Frongia: «Roma, uno stadio vicino all’Europa»

La Gazzetta dello Sport (S.Boldrini) – Roma chiama Londra. Daniele Frongia, assessore dello sport delle politiche giovanili di Roma, 44 anni, ha incontrato ieri il suo omologo londinese, Simon Cooper, Head of Sport, per parlare di scambi culturali e programmi condivisibili tra le due capitali. Il colloquio è avvenuto alla City Hall, con splendida vista sul Tamigi.

Com’è nata l’idea dell’incontro?
«Vogliamo studiare i modelli delle capitali europee. Londra è un esempio virtuoso. Ci interessano le linee guida sui progetti, le modalità di gestione, l’impatto sociale degli impianti».

Londra ha organizzato tre Olimpiadi: 1908, 1948 e 2012. Roma si è ritirata dalla corsa dell’edizione 2024. Nessun rimpianto, con il senno di poi?
«Non c’è stata preclusione ideologica. Restiamo dell’idea che l’Olimpiade a Roma avrebbe avuto un impatto complessivamente negativo».

Non è stata persa una grande occasione per i Cinque Stelle di dimostrare di essere in grado di governare un’operazione gigantesca come l’Olimpiade?
«Roma viene da anni difficili che risalgono alle amministrazioni Marino, Alemanno e Veltroni. Il debito pesante che abbiamo ereditato non ci consentiva di esporci ad altri rischi».

Se il suo collega Cooper dovesse vedere dal vivo in quali condizioni è ridotto lo stadio Flaminio potrebbe pensare di ritrovarsi in una città del quarto mondo…
«Ci stiamo muovendo. Il primo passo è stato quello di affidare al dipartimento di ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma uno studio sulla situazione della struttura. Dobbiamo capire in quali condizioni versi il Flaminio dopo anni di abbandono. L’idea base è quella di una città dello sport integrata in un polo culturale sportivo, composto anche dal palazzetto di Viale Tiziano che stiamo riqualificando e dall’Auditorium».

Londra ha 15 stadi. A Roma sei anni di battaglie politiche per dare il via libera a quello che dovrebbe sorgere a Tor di Valle…
«C’è un elemento che sfugge nelle cronache dei giornali: la decisione sullo stadio della Roma fu presa dall’amministrazione Marino nel dicembre 2014. Noi abbiamo cercato di trovare la soluzione ottimale nel rispetto dell’ambiente e del cittadino. La riduzione delle cubature e l’abbattimento delle torri non incide sulle opere pubbliche che serviranno sia per i tifosi che vanno allo stadio, sia per i cittadini».

Londra è la città dei grattacieli, a Roma le torri non funzionavano: perché?
«Nel quadrante dell’area ­stadio ci sono altre torri inutilizzate».

Il presidente Claudio Lotito reclama lo stadio della Lazio…
«Non ha ancora presentato un progetto. Abbiamo suggerito il Flaminio anche perché c’è una petizione di tifosi laziali che lo reclamano, ma Lotito mi ha spiegato che non gli interessa».

Progetti in cantiere su Roma?
«La riqualificazione di campo Testaccio che potrebbe riguardare la Lupa Roma. Una maggior promozione dello sport di base. Un evento di atletica e arti marziali nel 2018».

La sindaca Virginia Raggi è sempre solida?
«Sì, per una ragione molto semplice: può contare su una maggioranza granitica».

La sua opinione sulle dimissioni dell’assessore Berdini?
«Ci sono stati due Berdini: quello pubblico accanito detrattore dello stadio, con o senza torri. Quello privato negli atti formali non ha espresso pareri contrari».

L’arresto dell’imprenditore Romeo che cosa le fa pensare?
«Mi fa pensare ai legami con la famiglia Renzi, padre e figlio. Bisognerebbe chiedere a loro. Trovo interessante l’accusa di traffico d’influenze».

Squadra, capitano e prima partita allo stadio?
«Sono romanista. Il mio capitano è Agostino Di Bartolomei. La prima partita allo stadio Roma-Napoli 5-­2 nel 1983».

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