Il Faraone «Fatemi restare»

allenamento roma el shaarawy

Corriere dello Sport (E.Maida) – Il fattore El Shaarawy è anche una scelta di vita: la cresta di Stephan ha deciso di giocare nella Roma e non ha cambiato opinione. Chiede di restare alla Roma.

IL RAPPORTO – Senza offesa per il Milan, che ritroverà da avversario sabato 14 nell’ultima giornata di campionato, El Shaarawy ritiene di essersi meritato un futuro a Trigoria e dunque si aspetta che la Roma eserciti il suo diritto: acquistarlo a titolo definitivo per 13 milioni entro il 15 giugno, come stabilito dagli accordi di gennaio. rinascita. Qualche dubbio, nell’ultimo mese, ai dirigenti era venuto. El Shaarawy aveva perso la verve iniziale abbassando il livello delle prestazioni, almeno in relazione al fragoroso approccio alla Roma, tra colpi di tacco e tiri dalla distanza. Ma a Genova, molto prima di decidere la partita con un inserimento intelligente ed efficace, El Shaarawy è stato tra i migliori in campo, riuscendo anche a superare il suo difetto istintivo: accentrarsi troppo per sfruttare la giocata con il piede destro. No, a Genova invece ha aumentato il coefficiente di imprevedibilità cercando spesso di andare dritto sul fondo, mettendo a nudo i limiti difensivi del Genoa.

RISPETTO – A qualcuno non è piaciuta la sua reazione al momento del 3-2: non esultare. Ma bisogna conoscerne bene la storia personale prima di giudicare. El Shaarawy è cresciuto nel Genoa, ha un padre che ancora tifa per il Genoa, e a Marassi era stato accompagnato dalla famiglia al gran completo (c’era pure il fratello-procuratore Manuel). Se avesse festeggiato in maniera smodata, si sarebbe sentito in difetto non soltanto verso la squadra che lo ha lanciato e i tifosi che affollavano lo stadio, ma anche verso i suoi stessi parenti.

NUMERI – E poi il suo dovere era spingere in porta quel pallone, mica improvvisare una coreografia. A Genova, El Shaarawy è arrivato a 7 gol in sole 14 presenze con la Roma: la media è da centravanti più che da ala, una rete ogni due partite, una ogni 149 minuti. Nemmeno nel campionato magico con il Milan, chiuso con 16 reti, El Shaarawy aveva tenuto un passo così redditizio: all’epoca – era la stagione 2012/13 – segnava alla media di un gol ogni 174 minuti. Per questo ritiene di aver diritto alla conferma. O meglio all’acquisto.

IL SEGRETO – I suoi mesi da protagonista ritrovato, dopo il fallimento dell’esperienza al Monaco, si spiegano anche con un atteggiamento da professionista impeccabile. A Trigoria lo descrivono tutti come un ragazzo tranquillo, attento e umile. Decisamente maturato rispetto al periodo giovanile a Milano. Esce pochissimo di casa, anche a cena, evita di farsi vedere in giro per la città. Ha capito che con la Roma si stava giocando una fetta della carriera e non ha perso l’autobus per la consacrazione. Ora andrà all’Europeo con la Nazionale e aspetterà notizie dai dirigenti. Ma ha già dato la sua preferenza alla Roma, non soltanto per motivi tecnici, e non rivedrà la sua posizione. Il Milan per lui è un capitolo chiuso.

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