Emerson, per Ventura solo… Palmieri

Corriere dello Sport (A.Santoni)La Fifa ha detto sì. E da ieri Emerson Palmieri dos Santos è un calciatore azzurrabile, nel senso che potrà essere convocato solo dalla Nazionale italiana, avendo scelto espressamente la Figc come sua Federazione di riferimento, atto sancito appunto dal massimo organismo calcistico mondiale, rinunciando a essere un giocatore brasiliano, opzione per altro non più modificabile. A questo punto Gian Piero Ventura quasi certamente lo chiamerà alla prossima occasione utile, ovvero lo stage a Coverciano in programma tra il 10 e il 12 aprile, in attesa poi di poterlo eventualmente convocare anche per una partita dell’Italia.

L’OPERAZIONE – Dunque, in un mese esatto, ha avuto esito positivo l’operazione pensata e preparata nei mesi scorsi dalla Federazione insieme allo staff tecnico azzurro, nata dalla necessità di percorrere tutte le strade possibili per dare maggior forza e prospettiva alla Nazionale. In questo senso da anni il ruolo di terzino sinistro, se si toglie De Sciglio, resta tra i meno coperti del panorama italiano, aspetto di cui si erano già lamentati Prandelli prima e Conte poi. Per cui l’attuale ct aveva espresso un concetto semplice: «Se ci sono le possibilità, se ci sono le garanzie, se c’è la disponibilità del giocatore, perché no? Tutte le grandi nazionali hanno oriundi al loro interno. Mettiamoci nelle condizioni giuste, salvo poi far parlare il campo». Nel caso specifico, Emerson Palmieri dos Santos aveva alcuni elementi preliminari fondamentali: è giovane, ha qualità e prospettiva; eppoi il ragazzo paulista, 23 anni, è nato con la doppia cittadinanza, brasiliana e italiana, figlio di Reginaldo Alves e di Eliana Palmieri, discendente in linea diretta del cosentino Alfonso Palmieri, classe 1853, all’origine dell’italianità trasmessa al giocatore. Per questo, quando ha giocato le sue 9 partite con la Under 17 del Brasile era già italiano, elemento importante in questa circostanza, come vedremo poi. A inizio 2017 sono iniziate concretamente le prime mosse federali. Prima cosa ovviamente è stato verificato il punto di vista del giocatore (oltre a quello della Roma): Emerson Palmieri non ha avuto dubbi, dicendosi ben disposto di poter ambire «a una nazionale tanto importante». Una volta ultimate le fasi preparatorie si è passati alla parte procedurale, per ottenere dalla Fifa il passaggio del giocatore dalla Cbf alla Figc, diventando così convocabile in azzurro (senza perdere comunque la doppia cittadinanza).

DOSSIER E.P –  Così lo storico Segretario della Nazionale, Mauro Vladovich, ha preparato un corposo dossier, ricevuto dalla Fifa il 28 febbraio scorso. Numerosi i documenti prodotti: 1) la richiesta scritta della Federcalcio; 2) una dichiarazione autografata in cui E.P. si dice perfettamente consapevole del fatto che la Fifa ammette un solo cambio di Federazione, una volta effettuato il quale non è possibile più modificarlo; 3) le copie dei due passaporti, italiano e brasiliano; 4) un attestato rilasciato dal comune di Pavia, il 13 aprile 2015 secondo il quale Emerson Palmieri è a tutti gli effetti italiano dalla nascita per jure sanguinis, secondo l’articolo 1 della legge 91 del 5 febbraio 1992 (norme sulla cittadinanza), in qualità di discendente di Alfonso Palmieri; 5) copia della legge 91 stessa, dove si afferma che è italiano dalla nascita chi è figlio di padre o madre italiani; 6) una scrittura della Cbf che testimonia delle 9 partite di E.P. con la Under 17 verdeoro (la prima il 13 marzo 2011) e le 0 presenze con la Seleçao, altro elemento decisivo per ottenere il sì dalla Federcalcio internazionale.

FUTURO AZZURRO – Il quadro così composto ha permesso al giudice monocratico della Fifa incaricato del caso, l’inglese Thompson, del Comitato sullo Status dei giocatori, di accettare la richiesta presentata dalla Figc. E da ieri Emerson Palmieri è un potenziale azzurro.

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