Da Valeron all’attaccante che è pure presidente. Ecco gli altri 14 Francesco in giro per l’Europa

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La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – C’è una Scarpa d’Oro (bel­ga, eh!), uno che neppu­re ha una pagina su wikipedia, l’amico del presiden­te. Anzi, c’è proprio il presidente, che si è tenuto la maglia numero 10 e quando vuole, ssiore e ssiori, fa pure il giocatore. Un viaggetto in giro per l’Europa per conosce­re gli altri 14 Francesco Totti. Perché tanti sono i giocatori clas­se 1976, o più attempati ancora, che vagano per il campo in cerca di gol, nelle massime divisioni d’Europa. Portieri esclusi, qui si cerca gente che corre (o che pro­va a farlo). Ci prova Juan Carlos Valeron, l’unico vero campione qui in mezzo. Il 17 giugno compi­rà 41 ani, fatica nel Las Palmas. Una volta era El Mago, l’elogio della lentezza. Mai un rosso, tre anni fa decise di ritirarsi: tempo 10 giorni e firmò con il Las Palmas. A gennaio ha fatto due assist in una sera, in Coppa del Re. Lo trattano con i guanti: in alle­namento indossa una pettorina di colore diverso, così i compagni lo evitano nei tackle.

IN SPAGNA – Un giorno Valeron disse: «Il punto più alto della mia carriera? Il 4-­0 al Milan, nel 2004». Un elisir, più che una vi­ttoria: con Valeron in campo c’era pure Manuel Pablo, difensore, un altro dei 14. Gioca ancora a La Coruna, si lui si ricorda giusto l’inguardabile barba bionda con cui festeggiò il ritorno in Primera Division nel 2014. Magari l’elisir è la Spagna tutta. Juanfran, 40 anni a luglio, difensore del Le­vante, 5 giorni fa è tornato bam­bino: è scoppiato a piangere in allenamento, dopo l’1­-5 col Gra­nada. Ma il presidente gli ha già promesso che dal prossimo anno sarà lo Zidane del club.

IL PRESIDENTE – Al Bruges non hanno ancora convinto Timmy Simons. Difensore, Scarpa d’oro belga nel 2002, è in scadenza di contratto e ha dichiarato: «Vo­glio giocare ancora, se non qui lo farò in Qatar o negli Usa». Ricor­da qualcuno? Come ruolo forse il norvegese Kjetil Waehler, 40 an­ni: su twitter posta foto di cucina, sci, viaggi. Calcio? Poco. Un po’ più a est. Ecco Igor Trukhov, altro 40enne, bielorusso: nel Granit Mikashevichi è uno dei migliori amici dell’allenatore, che a sua volta è il fratello del presidente. Tutto a posto. Ma inarrivabile è l’ucraino Vladyslav Gelzin, 42 anni. Due presenze con la squa­dra minore di Donetsk, l’Olim­pik. La 10 non gliela toglie nessu­no: non solo attaccante, è anche il presidente della squadra.

LE STORIE – Mica è finita, manca­no altri sette Totti. Uno è Ricky Evans, venuto al mondo 3 giorni prima di Francesco: su google, con il suo nome, compare un campione di freccette, non certo il gallese del Broughton. Peggio va a Mark Powell, anche lui in Galles: ignorato da wikipedia, che un pensiero non lo nega (quasi) a nessuno. Non lo nega a Radoslaw Sobolewski, 39 anni, ora al Gornik Zabrze, primo polacco a rimediare un rosso in una fase finale con la nazionale. Una volta fu messo pure fuori rosa. Cosa mai capitata a Sigurbjörn Örn Hreidarsson, 40 anni, islan­dese: gioca nel Valur, una volta gli chiesero di commentare la vit­toria della sua nazionale con l’Italia (2­0, nel 2004) e lui rispo­se: «Qui da noi siamo seri, eh». Grazie. Oli Johannesen, 43 anni, è invece il giocatore con più pre­senze nelle Far Oer. Nel 1993, quando Totti esordiva in A, lui se­gnava il primo (e unico) gol in nazionale. E Bartal Eliasen? Nel Fuglafjördur fa il difensore: il 4 maggio 2008 il suo tecnico, sen­za attaccanti, lo schierò centra­ vanti e lui fece doppietta. Dop­pietta che sognava Zdravko La­zarov, bulgaro, l’unico ad aver in­ crociato Totti. Era il 3 marzo 2004, con il Gaziantepspor af­frontò la Roma di Capello in Ue­fa. Finì eliminato. E Totti rimase in panchina: il nostro eroe non riuscì neppure a giocarci contro. Magari in futuro…

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