Corriere della Sera (A.Trocino) – Se fosse per Beppe Grillo, Roberta Lombardi avrebbe i giorni contati dentro il Movimento 5 Stelle. Ma non è così, per due ragioni. Perché la deputata romana ortodossa ha un nucleo di fedelissimi e soprattutto perché le sue critiche si rivelano spesso fondate. Sembra il caso del nuovo discusso stadio di Tor di Valle. A poche ore dal messaggio Facebook della Lombardi, infatti, spunta fuori un documento importante. Lo ha scritto l’architetto Margherita Eichberg, soprintendente statale per l’archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma, e inviato a Roma Capitale il 15 febbraio. Nella lettera si spiega che è stata avviata una procedura che vincola con «una tutela indiretta» l’ippodromo e in particolare le tribune. Significa che non possono essere costruiti edifici che «sovrastano in altezza e densità» le tribune dell’ippodromo di Tor Di Valle. Parole che potrebbero determinare lo stop definitivo al progetto.
Negli ultimi giorni la stessa sindaca era stata costretta a frenare, di fronte a chi dava per già raggiunto l’accordo. Anche perché i consiglieri contrari allo stadio non sono pochi. E ad andare avanti senza mettere paletti consistenti, si rischia di sbattere, sempre che la Soprintendenza non blocchi tutto.
E così ieri la Lombardi entra a gamba tesa da Facebook. Dice sì allo stadio, ma no a questo progetto, che è «una grande colata di cemento» in una zona «a fortissimo rischio idrogeologico». E ancora: «Questo è un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro piano regolatore, nell’esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle. E noi non possiamo permetterlo. Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata». Più che un consiglio, è uno stop secco e un avvertimento. Così viene preso dal blog, che interviene subito: «Sullo stadio della Roma decidono la giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro». Inutile ricordare che nessun avvertimento era arrivato quando dello stadio hanno parlato Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Grillo è furibondo: «Basta liti» dice ai suoi. Con la Lombardi siamo oltre il gelo, mentre con Davide Casaleggio il rapporto è migliore.
La Lombardi poi corregge il tiro. Si mette in sicurezza dando «tutto il sostegno» alla giunta: «I dubbi espressi dalla sottoscritta sul progetto sono gli stessi evidenziati da Virginia due giorni fa sul blog di Grillo». Vero, ma i toni non corrispondono e soprattutto l’intervento, non concordato con la Comunicazione, è suonato come l’ennesima incursione da guastatore.
Il minuetto finale, con la Lombardi che si dice concorde con la Raggi e la sindaca che condivide le sue perplessità, non convince. Luigi Di Maio spiega: «Sullo stadio c’è un dibattito surreale, i cittadini non capiscono perché parliamo di questo quando le periferie sono messe male». Vorrebbe essere una bacchettata alla Lombardi ma, paradossalmente, ricorda le critiche di Paolo Berdini. Non è un caso che Grillo abbia fatto filtrare la sua intenzione di arrivare a Roma, lunedì, senza escludere l’ipotesi di un colloquio con la Raggi. Con la sindaca i fronti aperti restano molti, dal«dossier» contro De Vito alle polizze di Salvatore Romeo (ieri la sindaca ha presentato esposto in Procura contro di lui), fino all’inchiesta sull’abuso d’ufficio.