Dodò e quella «vita salvata» che si chiama Sampdoria

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Nel campionario di frasi più o meno note di Walter Sabatini questa merita sicuramente un posto rilevante: «Ho venduto Dodò per salvargli la vita». L’Inter, quando lo ha mandato in prestito a Genova, ha utilizzato termini meno drammatici, semplicemente il brasiliano è stato ceduto alla Samp perché giocava poco e doveva riprendere continuità dopo i tanti (innumerevoli…) problemi fisici. D’altronde, a Milano, nessuno ha mai amato Dodò quanto lo amava a Roma Sabatini, che lo aveva scelto nel 2011 — prima che si rompesse il ginocchio — e gli aveva promesso la fascia mancina della Roma. Non aveva neanche 20 anni quando la Roma lo prese dal Corinthians, oggi ne compie 24, il talento gli è rimasto, ma la carriera non è esplosa come pensava Sabatini quando lo ha portato in Italia.

PASSATO E FUTURO – La Roma formalmente è ancora proprietaria del cartellino, l’Inter a giugno sarà obbligata a prenderlo per 8 milioni (super plusvalenza, commissioni escluse la Roma non aveva sborsato un euro per tesserarlo) ma spera che la Samp subentri. Significherebbe che da qui a giugno Dodò avrà fatto bene con Montella, l’allenatore che avrebbe avuto nel suo primo anno romano se poi la società non avesse scelto Zeman. Domani tornerà all’Olimpico, lui che qui ha lasciato tanti amici (Castan su tutti), cercherà rivincite e cercherà di dimostrare, soprattutto, che in fondo cedendolo Sabatini la vita — sportiva, s’intende — un po’ gliel’ha salvata davvero.

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