Di Francesco: “Chi non ci crede, sia in campo che sugli spalti, può restare a casa. Sono il primo responsabile e lo dico con serenità” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è stato intervistato durante il post partita di Liverpool-Roma 5-2. Queste le sue parole:

DI FRANCESCO A MEDIASET

All’inizio un’ottima Roma, poi il Liverpool. Che è successo?
Non paragoniamo al Barcellona. Siamo partiti bene preparando determinate situazioni. Se perdiamo tanti duelli difensivi e non scappiamo coi tempi giusti perdiamo la testa e la capacità di rimanere in gara. Siamo andati un po’ in difficoltà.

Ha il rimpianto di non aver cambiato prima?
Se hai avuto occasioni anche i primi venti minuti l’equilibrio c’era. I sistemi di gioco muoiono quando sbagli palloni, perdi contrasti ecc.. Il resto non conta. Ho messo giocatori più freschi e lucidi che hanno dato forza per reagire. Al ritorno ci dobbiamo credere.

Ha colpito la stanchezza dei giocatori. Bisogna credere nella rimonta?
Bisogna crederci altrimenti non dobbiamo venire a queste partite, nel calcio tutto può accadere, nulla è impossibile. Sicuramente sarà una partita differente da quella del Barcellona ma la possibilità di ribaltarla c’è. Per questo non mi piace fare processi. In questo momento la squadra ha raggiunto un qualcosa di importante. In determinate gare il sistema di gioco diventa relativo se non riusciamo a fare passaggi semplici centrali.

Troppi duelli persi. Al difensore centrale gli chiedevi tu di uscire?
E’ successo quasi sempre in perdita palla nostra, in fase di sviluppo. Il concetto dei difensori sta nella capacità di essere bravi e preventivi nel saper difendere. Nel 3 contro 2 sfruttavano il fatto che Manolas li faceva girare e lui deve essere bravo a non farsi superare facilmente come è accaduto. Quando si va a giocare con certe squadre bisogna scappare un po’ prima, abbiamo fatto certi errori che ci stanno durante la gara, ma oggi abbiamo dimostrato di essere al di sotto della nostra forza e fisicità e l’abbiamo persa.

C’è chance di poterla recuperare?
Sì, il desiderio ci deve essere, lo spogliatoio è pronto per poterlo fare. Specialmente in certi momenti della gara non bisogna buttarsi giù, in queste competizioni si può anche prendere delle sberle ma in certi momenti abbiamo perso troppo la capacità di rimanere in gara. Ci siamo disuniti troppo. In altre occasioni lo abbiamo fatto benissimo, oggi non è successo. Mi auguro di rivedere una squadra con una convinzione totalmente differente.

Perché tanti duelli persi?
La forza nel calcio specialmente in determinate gare dove loro sono bravi a vincere duelli è la superiorità numerica. Noi lo abbiamo fatto molto meno. E’ una forza che dovevamo avere, nei duelli si perdono le partite. Perché? Perché fa parte del calcio, siamo in semifinale di Champions e dall’altra parte trovi alta qualità e oggi abbiamo perso troppi duelli in mezzo al campo.Quando c’è una palla leggibile non si può rimanere fermi ed aspettare. Abbiamo fatto diventare difficile le cose facili.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Florenzi dice che avevate studiato tutto del Liverpool. Cosa è successo?
Le partite non si vincono sulla lavagna e sui video, ma con l’atteggiamento giusto e la capacità di leggere certe situazioni. Noi tranne i primi 25 minuti, e i 20 finali, abbiamo letto tante situazioni male, perdendo troppi duelli individuali. Nel calcio quando perdi troppi duelli, alla fine prevale la squadra che ha la capacità di vincerli. Loro sono stati bravi sulle seconde palle, su tante altre situazioni, non era accaduto all’inizio, quando la squadra aveva dato dei segnali importanti. Avevo preparato i movimenti dei due attaccanti in un cero modo, all’inizio erano andati bene, poi non ci siamo mossi con la stessa continuità, abbiamo concesso troppo palleggioe ci abbassavamo, poi dietro su alcune palle dovevamo scappare prima con facilità, sul caricamento dovevamo leggere meglio certe giocate, l’abbiamo fatto male e anche dietro perdevamo ogni dribbling. Questo dimostra che muoiono i numeri, la differenza la fa l’atteggiamento e ve l’ho dimostrato anche in passato.

Se vinciamo 3-0 all’Olimpico vinciamo la Champions…
E’ giusto avere la giusta ansia di andare a preparare certe gare ma dobbiamo tirare fuori qualcosa di più. Meno paura, meno timore nell’andare ad affrontare determinate gare. E’ quello che voglio adesso anche al ritorno. Noi dobbiamo essere un’unica entità col desiderio di ribaltare il risultato. L’abbiamo già fatto una volta, non è un miracolo, è un lavoro fatto da una squadra che credeva in quello che faceva. Bisogna credere di poterla ribaltare. L’ho detto anche in conferenza, chi non ci crede, sia in campo che sugli spalti, può restare a casa. Abbiamo bisogno in campo di gente positiva, la Roma in semifinale di Champions non era mai arrivata, già quello è un gran traguardo ma non ci dobbiamo accontentare. Abbiamo la possibilità di fare un capolavoro, abbiamo 90 minuti e forse qualcuno in più di 90, l’abbiamo già dimostrato lo dobbiamo ripetere.

E’ subentrata mancanza di personalità o è successo altro?
Non siamo scappati coi tempi giusti, quando ti parte un centrocampista, un difensore legge con grande facilità che sta arrivando e accompagna un giocatore che sta arrivando in velocità e l’altro che sta arrivando per calciare. Abbiamo avuto grandi errori a livello tattico, siamo usciti mentalmente dalla partita e questo ti distruggere. Non puoi non essere in partita mentalmente. Le responsabilità sono mie, non me ne frega niente, mi prendo i meriti come le responsabilità. Ma dobbiamo avere la capacità di viverla con maggiore serenità e convinzione. In passato siamo usciti sconfitti da Barcellona con un 4-1 pesante che non meritavamo, oggi abbiamo preso i gol che dovevamo prendere perché abbiamo lavorato male in certe situazioni ma abbiamo dimostrato di avere un cuore, un’anima, la capacità di reagire e rimettere in gioco una partita che sembrava finita. Per quello ci dobbiamo credere.

La Roma ha perso certezze. Perché esce fuori così con troppa facilità?
E’ vero, ci è già capitato in passato anche in campionato di prendere un gol e non siamo più riusciti a rimettere in campo quello che sappiamo. E’ riaccaduto oggi, ho cambiato qualcosa, anche interpreti che hanno dato vitalità alla squadra. Ci mettiamo a pensare troppo a quello che è stato prima, invece di rimanere sull’errore, dobbiamo andare a rilavorare in un certo modo. Manolas è uscito con troppo impeto su Firmino, che con facilità l’ha spostato a destra e a sinistra, il giocatore è di spalle lo accompagni e lo fai scaricare solo dietro. Vinto un duello spalle alla porta, con Salah in campo aperto diventa pericolosissimo.

Potevi fare qualcosa anche prima?
Si può fare tutto meglio, sono il primo responsabile e lo dico con serenità, le responsabilità è giusto prendersele. Adesso dobbiamo viverla con l’entusiasmo e non la paura e i timori avuti dopo aver preso gol. Quello non mi piace, possiamo metterci come ci pare, alla fine mi sono messo a 5. Qualche giocatore ha subito la partita come Under, è entrato poco in partita e questo non aiuta. Non puoi permettertelo in determinate gare.

Il Liverpool può vivere altri black out…
Gli abbiamo dato una mano noi, è inutile negarlo, nei nostri errori. Noro ti portano a farlo con la loro grande aggressività, ma nella qualità, nello sviluppo di quello che avevamo preparato abbiamo fatto poco bene i compiti generali.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

È stato tardivo il cambio di modulo?
Pensavo di non prendere tutti questi gol insieme. Magari avrei cambiato come dovevo fare. Tardivo o no non lo so, l’importante alla fine è averlo fatto e aver capito determinati momenti della gara. Dici benissimo tu, quello non la prende mai, quello è poco concentrato e questo ha giocato bene, io credo che poi facciamo fatica a parlare di quello che potevamo cambiare nei movimenti. Abbiamo ritrovato certi meccanismi ad un certo punto, ci siamo alzati un po’ noi, si sono abbassati un po’ loro, in quel momento lì abbiamo vinto anche più duelli in mezzo al campo e dietro. Questo ha fatto la differenza, abbiamo perso troppi palloni nella zona centrale ed era il primo pensiero su cui abbiamo lavorato in settimana. Dovevamo cercare di giocare in ampiezza in partenza perché loro si abbassano e sono meno pericolosi. Quando recuperano palla al centro, vengono a giocare tutti dentro e sono pericolosissimi. Come ti mettevi ti mettevi rischiavi tanti duelli 1 contro 1 come sono successi. Noi dovevamo giocare a 5 non a 3 perché spesso capitavi che lavoravi da una parte e l’altro veniva dentro. Ho cambiato perché non avevamo più una logica di gioco in quel momento lì. Avevamo perso le distanze, c’erano giocatori che erano anche demoralizzati e ho cercato di dare più vitalità in mezzo al campo e di mettere un attaccante per ritrovare alcune trame offensive. Era una partita dove dovevamo essere bravi a rimanere in partita e non l’abbiamo fatto.

Non è scattato qualche meccanismo di marcatura per prevedere gli 1 contro 1?
Era prevedibile quando lasci i tre attaccanti su e stai sviluppando ma non hai la qualità in determinate letture che avevamo fatto bene per i primi 20-25 minuti. Va al di là dei numeri ma è l’atteggiamento perché se si perdono tanti duelli come possono capitare che è successo quando abbiamo giocato a 4. Noi abbiamo perso troppi duelli, abbiamo perso la trebisonda della gara, in alcuni momenti, dopo il gol preso. Non ci siamo messi adeguatamente sui palloni scoperti loro, scappavamo sempre troppo in ritardo. Non conta essere a 4 a 5 o 6 perché noi siamo stati meno bravi perché se loro restavano con i tre attaccanti in avanti noi avevamo qualche possibilità in più in avanti per fare meglio. Siamo stati poco qualitativi in tutto quello che abbiamo fatto.

Il 5-2 è meglio del 4-1 di Barcellona. Ci sono speranze per il ritorno…
Se fanno gol gli altri il merito è loro ed è colpa nostra, se facciamo gol noi è il contrario. Io credo che abbiamo commesso delle grosse ingenuità, il Liverpool molto meno. Siamo stati bravi a non mollare, a credere ancora perché questa squadra ha dimostrato di avere un’anima, sempre. Quello che non mi è piaciuto è che in alcuni momenti della gara ci siamo abbattuti, sembravamo crederci meno, e questo non deve accadere perché avevamo preparato la partita in un certo modo e per 25 minuti avevamo interpretato bene. Dopo siamo mancati di tante cose, specialmente nel perdere tanti duelli, tanti contrasti nella zona centrale. È normale che domani si parlerà solo di sistemi di gioco perché siete tutti esperti e tutti allenatori, però se non hai gli atteggiamenti giusti e non vinci i duelli, non sei determinato nei contrasti e gli altri ti si mangiano puoi giocare come ti pare ma ti fanno 4, 5 o 6 gol come è successo a Barcellona ma con un atteggiamento diverso. Deve esserci la speranza sennò non facciamo questo lavoro. Dobbiamo crederci ancora ma non parliamo di miracoli perché questo viene dal lavoro, dal credere in qualcosa, come abbiamo dimostrato con il Barcellona. Il Liverpool ha caratteristiche differenti ma noi dobbiamo crederci perché l’abbiamo dimostrato davanti al nostro pubblico che sarà sicuramente numeroso e ci sosterrà dall’inizio alla fine.

Quanto ha influito la direzione di gara? La discussione con Strootman?
Si perché io avevo detto di mettersi 4-3-3 quando sono entrati e guarda caso è venuto un angolo in cui eravamo posizionati male. I ragazzi si erano messi 4-2-3-1, non ci eravamo capiti, non c’è stata nessuna discussione, è stata un’incomprensione che ci è costata il 5° gol e fa capire quanto i particolari, in gare del genere, siano fondamentali. Per quanto riguarda l’arbitro non mi attaccherei assolutamente alla direzione di questa sera perché ci sono altri aspetti che devo curare e su cui devo stare attento.

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