De Zerbi: “Dopo il 2-0 Palermo troppo bloccato”

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Corriere dello Sport (L.Scalia) – La nottata romana ha interrotto l’imbattibilità estrema dei rosanero che in questa stagione erano sempre usciti con almeno un punto dai campi fuori dal perimetro della Sicilia. De Zerbi non può essere felice a fine gara: «Abbiamo cercato di chiudere gli spazi senza riuscirci. Il 2-0 ci ha tagliato completamente le gambe, si è spenta la luce. Di certo potevamo avere un atteggiamento diverso dopo il secondo gol. Non è giustificabile e non mi è piaciuto per niente, a prescindere dal fatto che una sconfitta contro la Roma ci può stare». Il lampo di Quaison, tra il terzo e quarto centro dei giallorossi, non ha cambiato la sostanza. Il Palermo ha faticato molto nella costruzione del gioco, trovando il primo tiro nello specchio con una punizione di Diamanti dopo quasi un’ora di gioco. E il secondo di seguito, con il colpo di testa di Andelkovic dagli sviluppi di un corner. Un po’ poco per sparare nel colpo grosso contro la Roma. Il gioco palla a terra, tanto amato da De Zerbi, non si è visto. «Se buttando la palla avanti avessi la certezza di vincere lo farei, inoltre non ho dei velocisti, gente che può andare in contropiede e correre. Nestorovski e Diamanti vogliono la palla addosso o comunque prediligono tenerla o riceverla tra i piedi. Non cerco alibi o scuse. E poi la Roma ha un palleggio incredibile che fa soffrire chiunque».

TUTTI RIMANDATI – Due gol sotto le gambe e un errore da matita rossa sul tiro (?) di Paredes, alla prima rete in giallorosso. Serata amarissima per Posavec, ma è l’intera squadra che non ha funzionato, da Nestorowski a Goldaniga, da Bruno Henrique a Morganella. Ogni reparto esce dall’Olimpico con segno meno. «Il Palermo deve trovare una sua fisionomia, serve più coraggio e più voglia. Solo così arriveranno i risultati che non cadono dal cielo. Arrivano con gli atteggiamenti che ho visto a Genova ma anche con il Torino. Quando ho firmato sapevo che c’era da lottare ogni giornata, anche i giocatori lo sanno. Bisogna assumersi le proprie responsabilità, io in primis. Non parlo dell’impegno, della maglia sudata. Adesso c’è bisogno della convinzione. Vorrei una squadra più coraggiosa, perché tanto se rinunci a giocare poi perdi male lo stesso. Preoccupato per la reazione di Zamparini? A me preoccupa il mio lavoro».

SI TORNA AL BARBERA – Giovedì si gioca al Barbera, lo stadio che finora ha regalato zero soddisfazioni a Diamanti e compagni. Di fronte ci sarà l’Udinese, sulla carta un avversario più abbordabile. La classifica grida che è uno scontro diretto per la salvezza. Anzi, che sbagliare significa vedere sfuggire i bianconeri verso lidi sicuri o quasi. «Dobbiamo reagire subito e rialzarci, contro l’Udinese bisogna tornare a vincere».

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