De Rossi: “Volevamo ipotecare la qualificazione e l’abbiamo fatto in maniera netta. Rinnovo? Non ci siamo sentiti con la società”

Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara vinta per 4-0 contro il Villarreal nei sedicesimi di finale di Europa League. Queste le sue parole:

DE ROSSI A SKY

In Liga il Villarreal non subiva mai gol…
La partita al di là del risultato è stata molto equilibrata. Loro hanno fatto ottime cose, eravamo convinti fosse difficile ma volevamo ipotecare per quanto possibile la qualificazione già da oggi. Magari però non pensavamo di farlo in questa maniera così netta. Partita difficile, perché la loro difesa si presentava dei numeri importanti quindi la nostra prestazione ha più valore.

Le storie di Dzeko ed Emerson cosa ci insegnano?
Devono insegnare a tanti tifosi romanisti che devono aspettare prima di dare dei giudizi. Perché Emerson non era mai stato visto che aveva giocato poche partite. L’altro era stato visto ma non aveva fatto benissimo. Edin però è un campione e si sa. I campioni non vengono a Roma e diventano brocchi, possono avere delle stagione non positive, noi l’anno scorso nei primi 6 mesi come squadra non avevamo fatto bene poi ci siamo ripresi nei secondi sei mesi. Edin ha guardato anche alcune partite perché c’erano compagni che giocavano meglio, ma questo è Dzeko e andrebbe coccolato. Dobbiamo continuare così e lui idem.

Rinnovo?
Non ci siamo sentiti, non mi hanno chiamato e io non ho chiamato loro. Magari hanno perso il mio numero (ride ndr). Non è una cosa imminente. Ho 33 anni e capisco che la Roma possa avere delle altre priorità e fortunatamente a livello personale lo vivo serenamente. Non c’è quest’assillo, 5 anni fa ero in scadenza e mi chiamavano ogni giorno della settimana anche squadre staniere. Ora il telefono non squilla né da Roma né dall’estero.

L’anno scorso si faceva fatica a buttare via in Europa una squadra spagnola. Questa partita ricorda Italia-Spagna dell’Europeo?
Ci possono essere delle analogie, è la conferma che il nostro calcio è sempre di qualità anche se in Spagna hanno giocatori incredibili. L’organizzazione e la preparazione delle squadre italiane sono sempre al top a livello europeo.

Il nostro calcio sta tornando a grandi livelli?
Sì, perché come risultati non stava ai massimi livelli per tanti anni, anche come proposte di gioco ci siamo imbruttiti. Ma al di là delle idee e dei giochi tra nazioni c’è da fare un discorso di qualità perché il Barcellona e il Real hanno un gioco che molte squadre italiane non hanno. Come idea loro sono sempre stata una nazione che aveva questo tipo di calcio sia in casa che fuori che imponeva di tenere il pallone e di vincere sempre. Se lo fanno loro perché noi non lo possiamo fare sopratutto quando si incontrano squadra allo stesso livello o addirittura inferiori.

Quanti giocatori stanno finalmente pensando bene in campo?
C’è chi ci nasce con questa qualità di pensiero e di lettura delle situazioni. C’è chi ha altre qualità e lì devi avere una grande squadra e un grande allenatore. Ho visto giocatori non sbagliare una palla senza avere i piedi vellutati, basterebbe guardare le nostre partite dell’Europeo, eravamo una squadra di medio livello ma c’erano giocatori che giocavano di prima sapendo già dov’era il compagno. Questo vale anche in fase difensiva, con le diagonali ad esempio. E’ fondamentale che l’allenatore dia una forte impronta alla squadra e che i giocatori siano collegati tra di loro. Questo lavoro è di squadre e a noi sta riuscendo bene e oggi è stato bello giocare su questo campo, perché in Italia abbiamo spesso dei campacci, il campo deve essere come questa sera perché il calcio è questo al di là degli stadi. Se giochiamo a biliardo con le buche sul biliardo posso vincere anche io. Dovrebbe essere una regola scritta avere il campo in condizioni perfette.

La Roma ha vinto perché eravate i migliori…
L’impresa era più nel fare quattro gol contro una squadra che subiva così poco. Il Villarreal lo conoscevamo bene, ma il mister ci aveva detto di vincere facendo delle cose normali e lui spinge sempre su questo tasto. Se sei più forte con l’atteggiamento giusto vinci.

Hai sentito Florenzi?
L’ho sentito per primo, visto che si stava allenando con mio padre. Stavo alla festa di mia figlia ma quando l’ho saputo è calato un velo di tristezza anche in un momento così bello. Aspettiamo domani che farà una visita importante, ma queste cose fanno malissimo se capitano a un giocatore che non conosco, mi immedesimo quando i giocatori hanno le ricadute. Soprattutto quando capita ad un tuo amico è veramente una cosa che ti straccia il cuore. Per uno che fa questo lavoro è un piccolo dramma sportivo e gli staremo vicino sia per la qualità del giocatore che per la qualità del ragazzo.

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