Il romanzo di Dani e Ale quei talenti fatti in casa e capitani del futuro

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La Repubblica (M. Pinci) – Probabilmente se un giorno a guardarsi indietro dovessero dire dove hanno iniziato a sentirsi davvero calciatori, entrambi risponderebbero la stessa cosa: a Crotone. Ma se la distanza li ha uniti nella tappa calabrese, Danilo Cataldi e Alessandro Florenzi, a casa propria, non potrebbero essere più lontani. Uno il nuovo che avanza in casa Lazio, l’altro una splendida realtà romanista già da anni. Magari, un giorno, li riavvicinerà l’azzurro.

Per ora, il laziale sembra quasi inseguire la carriera del numero 24 della Roma. Nella periferia sud, Vitinia, nasceva nel ’91 Alessandro. A nord del Raccordo Anulare, in zona Tomba di Nerone, c’è invece casa di Danilo, tre armi più piccolo. Quasi un destino segnato nei luoghi di nascita: perché proprio la curva sud e la curva nord dell’Olimpico si troveranno a scandire domani i loro nomi, eletti a idoli locali e eredi di bandiere nobili, Totti e De Rossi per Florenzi, che ha anche la fortuna di giocarci insieme, Nesta e Di Canio per Cataldi, che invece li ha visti da bambino in televisione.

Crotone, si diceva: lì, da promettente regista della Primavera romanista s’era presentato nel 2011 Florenzi: ma a centrocampo Menichini non aveva maglie per lui. Poi, dopo una serie di infortuni sulle fasce, gli chiese se fosse disponibile a giocare terzino: “Mister, gioco anche in porta se vuole” , rispose Alessandro. Gol all’esordio in B, a fine stagione i gol furono 11, con una rovesciata diventata la copertina di quel campionato. Era il trampolino per prendersi la Roma. Una storia che sembra aver ispirato Cataldi: nel 2013, un anno dopo l’addio del romanista, è lui a sbarcare in Calabria. Sulla panchina non c’è più Menichini ma Drago, decisivo per lui però è ancora un cambio di ruolo, da regista davanti alla difesa a mezz’ala: “Una volta, dopo la riunione tecnica, lo chiamo da me e gli faccio ve-dere due reti di Belingheri, del Cesena. Danno — gli dico —quante partite hai fatto finora con me? 20? E possibile che un giocatore con le tue capacità di inserimento non abbia ancora fatto un gol?“. Quella partita segnò al Pe-scara con un destro dai 20 metri. Il primo passo verso il calcio dei big, con l’esordio di gennaio contro il Napoli. Ma soprattutto, con la fascia al braccio, indossata per la prima volta il 9 marzo diventando il più giovane capitano nella storia della Lazio. A giugno sarà uno dei protagonisti dell’Under 21 di Di Biagio agli Europei. Poi, magari, inizierà a sognare il grande salto. Per continuare a seguire le orme di Florenzi, che l’Euro U21 lo giocò nel 2013 ( perdendo in finale con la Spagna), prima di essere promosso nell’Italia dei grandi. Conte, che due anni fa avrebbe voluto portare il romanista nella sua Juve, è pronto a farne uno pilastri della Nazionale. Dove Cataldi spera di continuare a seguirne le orme.

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