Conferenza stampa Garcia: “La Roma è un grande club. Sono qui per vincere”

garcia5Sono qui per vincere, la Roma è un grande club era impossibile rifiutare”, si presenta con queste parole il neo tecnico giallorosso Rudi Garcia nel suo primo giorno a Trigoria davanti ai cronisti nella conferenza stampa di presentazione. Dichiarazioni di chi sa il fatto suo e di chi ha voglia di mettersi al lavoro già da subito per dimostrare, ma sopratutto, per zittire tutti quelli che hanno espresso non poche perplessità sul suo arrivo. Garcia era già stato presentato a New York dal presidente Pallotta, ma la sua avventura comincia oggi, dopo un sopralluogo dei campi, delle strutture di allenamento e un fitto dialogo con Sabatini per delineare la Roma che verrà finalmente si concede ai giornalisti presentandosi con un “Buongiorno a tutti”. Le due stagioni passate sotto la dirigenza americana hanno consegnato più dolori che gioie e Garcia questo sembra averlo capito benissimo: “La Roma è un club che deve vincere, sono contento di essere qui perchè c’è voglia di vincere, l’importante è che ci lasciate lavorare come accade nei grandi club. Tutti hanno voglia di vincere titoli qua, voi no? Ritrovare l’Europa è la cosa più importante, il campionato è una maratona lunga, avrei preferito giocare di più ma vedremo alla fine del campionato quale sarà il nostro piazzamento”. Tanti i nomi fatti prima del suo arrivo, da Allegri a Mazzarri passando per Mancini, Blanc e Bielsa nomi che però non preoccupano il francese: “Sono in contatto con l’As Roma da due anni. E’ uno dei club più grandi d’Europa e per me è fonte di onore ed orgoglio essere qui. La cosa importante non è essere la prima scelta ma divenire l’allenatore ed imporsi nella squadra stessa” Insomma un allenatore ambizioso come ricorda lo stesso Garcia rispondendo a una domanda. Il tempo corre e la Roma dovrà dare segni di rinascita ai propri tifosi stanchi dalle delusioni. L’impressione è che se il suo arrivo era iniziato con lo sfottò del Sergente Garcia in tanti si dovranno ricredere, perchè lui Sergente lo è davvero.
Lorenzo Amadio

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