Ciciretti tra Dragon Ball e “il Totti di Benevento”

Corriere della Sera (S.Riggio) – Un grande amore per la Roma e per Francesco Totti e una passione per i tatuaggi, gli orologi da polso e il cibo (uno dei suoi soprannomi è El Gordo, il grasso). Amato Ciciretti, nato il 31 dicembre ‘93, in sole 3 stagioni è già entrato nella storia del Benevento con il suo sinistro micidialeMi hanno insegnato molte cose in questi anni»): i primi gol del club campano in B e in A portano la sua firma. Se quello contro la Spal (27 agosto 2016, 2-0) fa parte del passato, quello al debutto contro la Sampdoria ha già conquistato il web. C’è chi lo ha paragonato a Leo Messi: «È un po’ troppo, una follia. Quando ho visto il video, mi sono messo a ridere. A chi l’ho dedicato? A mio nonno, è scomparso sei mesi fa». Chi lo conosce parla di lui come un ragazzo umile, generoso, che ama scherzare. Il padre Giancarlo lo avrebbe visto bene nella sua impresa edile, invece è stato il primo a emozionarsi al gran gol del figlio. Che a Benevento, vista la sua chioma biondissima, chiamano Dragon Ball.

Per arrivare in A questo ragazzo ne ha fatta di gavetta: cresciuto nella Lazio e notato da Volfango Petraca, uno che ha scoperto gente come Alessandro Nesta e Marco Di Vaio. Nel 2004 Bruno Conti lo porta a Trigoria. In giallorosso Ciciretti impara subito a vincere e fa il pieno di scudetti: nel 2009/10 quello degli Allievi Nazionali di Andrea Stramaccioni, l’anno dopo con la Primavera di Alberto De Rossi. Per capire, in quella squadra ci sono Florenzi (uno dei suoi più grandi amici), Antei e Politano (Sassuolo), Viviani (Spal), Caprari e Verre (Sampdoria). Chissà se a Roma, nella sua città (lui è nato alla Magliana), potrà essere rimpianto. Un ambiente, quello giallorosso, che lui continua a portare nel cuore: «Mi hanno scritto in tanti, ho apprezzato davvero molto i messaggi di Daniele De Rossi e di Stramaccioni. Non dico cosa mi hanno scritto, preferisco tenerli per me, ma sono davvero contento».

Se il presente si chiama Benevento, il futuro potrebbe essere un ritorno a Roma, che lo aveva ceduto a titolo definitivo. In campo, però, non ci sarà Totti: «Il mio più grande rammarico è quello di essere arrivato in serie A proprio quando lui ha smesso. Francesco è il mio idolo fin da piccolo, avrei davvero voluto affrontarlo almeno da avversario. Ora è un dirigente e magari un domani mi chiama e mi porta a Roma». Così Ciciretti potrà raccontargli quando nel gennaio 2015 con la maglia del Messina, dopo un gol nel derby dello Stretto con la Reggina, ha festeggiato con un selfie sotto la curva siciliana. Proprio come il suo idolo due settimane prima.

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