Gazzetta dello Sport – Che Holebas, l’uomo in più. Ora la difesa sa attaccare

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Un gol così…«è greco», per dirla alla Carlo Verdone. Di sicuro è un affresco uscito dal cuore del pittore che non ti aspetti: come se all’Hermitage di San Pietroburgo all’improvviso sbucasse uno Schifano tra un Monet e l’altro. Eccolo qui Holebas, tra Totti e Gervinho, tra Ljajic e Nainggolan. È la contraddizione in termini, il protagonista numero due della serata, medaglia d’argento solo perché Pjanic ha deciso in pieno recupero di dipingere un capolavoro. Ma in fondo la sintonia è totale, pur dentro un personaggio nella cui partita – verrebbe da dire stagione – trovi di tutto. Lui, greco che il greco lo capisce ma non lo parla. Tedesco di Germania, Iosif. Che quando ancora un quarto di Olimpico era a prendere il caffè all’intervallo, e un’altra buona fetta era ancora in fila per cercare un bagno libero, ha deciso di scambiare la Serie A per il Golden Gala, si è involato palla al piede, ha dribblato tutte le maglie scure che gli capitavano a tiro e ha tirato uno scaldabagno che neppure un fuoriclasse come Handanovic è riuscito a domare.

PERFECT DAY Una magia, perché null’altro avrebbe svegliato l’Olimpico che a fine primo tempo aveva fatto le somme tra il pareggio dell’Inter e il gol di Pirlo nel derby torinese, e aveva fatto stranissimi pensieri. Non è un habitué del gol, Holebas, che forse un pizzico di ispirazione l’avrà trovato nel torinista Bruno Peres, altro quattorcentista bomber della giornata di ieri. Iosif/Josè non segnava dal gennaio 2014, campionato greco, altra storia oggettivamente. Ieri sera è filato sotto la Sud quasi a voler rivendicare il gol, a dire che sì, sono proprio io. Che quella fascia sinistra adesso non la mollo più, che forse davvero i giochi sono fatti. Ashley Cole è lì che osserva, un applauso viene naturale pure a lui. Proprio quando il compagno di ruolo gioca una partita chiave per la stagione della Roma. Proprio quando la difesa vive la sua giornata più complicata in campionato, all’Olimpico. Un difensore vetrina nel giorno in cui De Sanctis raccoglie in fondo alla rete i primi palloni del campionato: non accadeva dallo scorsa stagione, penultima giornata, anche lì Osvaldo.

CON LA MOGLIE Ma in fondo contano le vittorie: «Sette su sette», scrive Holebas dagli spogliatoi su Facebook. «Il mio primo gol con la Roma nel giorno della settima vittoria in casa, è semplicemente un giorno perfetto». È un gol che resterà negli occhi a lungo. E che gli consentirà un approccio morbido d’ora in avanti, ben oltre tutto ciò che c’è di statistico. Perché poi le pennellate vanno oltre i numeri. Sono ispirazione pura e Holebas chissà cosa avrà trovato lungo la strada che lo riportava in campo dopo l’intervallo. Magari anche la voglia di una dedica speciale, alla moglie Diana che lo applaudiva in tribuna. Garcia ride, la soddisfazione più grande per un tecnico è sapere che con la rete del terzino sono diventati 12 i marcatori giallorossi in campionato — è un primato —, 13 stagionali se nel conto viene infilata anche la rete di Maicon al Cska Mosca. «Sono felicissimo, ovvio – spiega Holebas –. Ho visto lo spazio, ho provato a inserirmi ed è andata bene. E poi Totti che mi spingeva ad attaccare. È stata una grande rete, è servita per vincere e per restare attaccati alla Juventus, che aveva vinto prima di noi anche con un po’ di fortuna. Ma per me una vittoria così è davvero il massimo». Chissà che la Roma non abbia finalmente imparato a giocare anche a sinistra.

La Gazzetta dello Sport – D.Stoppini

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