Calcio: le prove del patto segreto. Ecco le mail tra i manager di Mediaset e di Sky

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L’Espresso (L.Abbate) – C’è una cricca che si spartisce i miliardi del calcio italiano, pilota le scelte di maggior parte dei presidenti di società che siedono nell’assemblea della Lega professionisti e crea cartello fra le tv che si dividono i diritti degli incontri di Serie A. In questo guazzabuglio di interessi miliardari mettono le mani, anzi i piedi, il vicepresidente esecutivo di Mediaset Pier Silvio Berlusconi, l’amministratore delegato di Sky Italia Andrea Zappia, il numero uno di Infront e advisor della Lega calcio Marco Bogarelli. Con un unico intento: addomesticare, mettendosi d’accordo invece di farsi concorrenza, la gara d’appalto per i diritti televisivi della serie A nel periodo 2015-2018. I risvolti di questo “sistema” trovato in fuorigioco, emergono dall’istruttoria dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, presieduta da Giovanni Pitruzzella, che nella sua qualità di arbitro ha schiato il penalty. Attraverso i documenti acquisiti dall’Antitrust, fra cui le email di molti protagonisti della vicenda, si scopre un mondo affaristico, lontano dai valori dello sport, dove non basta partecipare, ma è obbligatorio vincere, usando il doping, cioè metodi che per l’Agcom sono scorretti. A giugno di due anni fa, quando la Lega mette all’asta i diritti televisivi che scadranno nel 2018, l’offerta più vantaggiosa che riceve per il pacchetto satellitare e per quello del digitale terrestre risulta essere di Sky. Mediaset sarebbe esclusa. Ma così non è, perché la Lega prende tempo. Tanto che la tv di Rupert Murdoch avvia una campagna mediatica di denuncia e cerca di impedire lo stravolgimento del bando di gara. Cerca appoggi politici nel governo Renzi (come risulta dalle email agli atti del Garante), e invia una diffida alla Lega il giorno prima dell’inizio dell’assemblea durante la quale dovevano essere assegnati i diritti. A questo punto si arriva a un compromesso grazie a un vero e proprio “aggiustamento” di asta pubblica che è stato possibile ricostruire attraverso la numerosa corrispondenza tra i vertici delle televisioni interessate acquisita dall’Antitrust.

LE INDICAZIONI DI PIER SILVIO – Mediaset scende in campo con le indicazioni fornite da Pier Silvio Berlusconi. Le sue ipotesi sono discusse per posta elettronica fra i manager del gruppo televisivo. I quali adombrano il possibile coinvolgimento di Lega e Infront «a sostegno dei propri interessi come promotori di una negoziazione nei confronti di Sky». Il gruppo del Biscione mette in campo il proprio peso politico ed economico sul “sistema” e l’amicizia del milanista Adriano Galliani con il patron di Infront Marco Bogarelli. «Parto dal punto di vista di PS (Pier Silvio Berlusconi, ndr) che vorrebbe vedere assegnato lo scenario A+D (piattaforma satellitare e digitale terrestre), tale scenario è perfetto per andare da Sky a negoziare, ma temo, adesso faremo tutte le simulazioni, più complesso e più costoso da realizzare e non più vantaggioso», si legge in una email interna di Mediaset. Che prosegue: «Tutto questo sarà possibile se la Lega e Infront fanno capire a Sky che è più probabile la nostra vittoria». «Condivido quello che scrivi», risponde un altro manager il 7 giugno 2014, «è ovvio, meglio vincere A+D contro Sky che vince A+B (digitale terrestre, ndr), ma A+D va usata per negoziare con Sky e non da usare. Il dubbio ora è meglio vincere A+D, gestire le cause e poi con un punto di forza andare da Sky o far negoziare subito Infront? Credo sia conveniente che negozi Infront così evitiamo le cause, ma Pier (Pier Silvio Berlusconi, ndr) come sembra non è dell’idea, perché sente la vittoria in mano A+D. Questo è il punto! Comunque noi ci metteremo a lavorare agli scenari».

MEDIASET E INFRONT – La corrispondenza del gruppo del Biscione offre altri risvolti dell’affare sui diritti da pilotare: «Oggi sentita la proposta di Bogarelli (Infront) B+D a noi a 586 (milioni di euro, ndr), con mediazioni da trovare sul pacchetto D con Sky, l’aggiungerei, ma la vedo più difficile da accettare da Sky, ma se Infront se la sente per noi va bene. Se vuoi ci mettiamo a trovare qualche soluzione per D (trasmissione di 132 partite su satellite e digitale terrestre, ndr) oggi pomeriggio». Dopo diverse discussioni interne, nelle quali vengono evidenziate le difficoltà tecniche ed economiche di una soluzione con piattaforme invertite (pacchetto satellitare a Mediaset e pacchetto digitale terrestre a Sky), nei piani alti di Mediaset prevale l’ipotesi di elaborare un piano di proposte, per possibili «mediazioni da trovare con Sky». «Quindi alla ne la cosa più semplice è ancora B (pacchetto di diritti per la trasmissione delle stesse partite sul digitale terrestre, ndr) a noi a una cifra il più vicina possibile ai 280 e con le squadre le più simili a oggi, 8 squadre con la Roma è il minimo sindacale, una mediazione giusta sarebbe 10, per quanto riguarda il costo decidi tu il meglio che puoi negoziare», scrivono nei piani alti di Mediaset. In effetti è questa la soluzione che la Lega calcio adotterà. Dalla sede del Biscione l’indicazione via email parte 16 giorni prima dell’assemblea del 26 giugno 2014. Assemblea nella quale la formula studiata negli ufci Mediaset viene votata da 22 presidenti su 23, unico astenuto è quello della Fiorentina.

LA MEDIAZIONE DELL’ADVISOR – Prima di affrontare la delibera occorre fare un passo indietro. La Lega è il soggetto che vende i diritti televisivi per il campionato di calcio di Serie A. La legge, il “decreto Melandri”, stabilisce che la Lega deve vendere questi diritti attraverso procedure competitive idonee a garantire ai partecipanti condizioni di assoluta equità, trasparenza e non discriminazione. Per questa vendita si avvale della consulenza dell’advisor Infront Italy che ha il compito di commercializzare i diritti tv e media dei campionati di calcio di serie A e B, Coppa Italia e Supercoppa di Lega, e poi della gestione marketing e sponsoring di diverse squadre di calcio della serie AInfront è un consulente che ha un interesse molto diretto nell’assegnazione dei diritti. La società assicura un introito minimo garantito sotto il quale l’advisor sarebbe tenuto a versare una compensazione. Non solo: il riconoscimento dei bonus e la stessa permanenza di Marco Bogarelli nella carica di amministratore delegato, sono strettamente connessi alle somme incassate dalla Lega. Alla gara partecipano Sky, Mediaset, Fox ed Eurosport . Il 5 giugno 2014 vengono aperte le buste con le offerte e si crea una situazione inattesa per i “tifosi” del Biscione, che vede in vantaggio Sky, e mette in agitazione Mediaset e Infront. Vengono avviate trattative sotterranee che alla fine portano Lega e Infront ad assegnare a Sky il pacchetto satellitare e a Mediaset quello del digitale terrestre. Dall’istruttoria dell’Antitrust emerge che nei giorni dell’assemblea che si svolge dal 23 al 26 giugno 2014 la soluzione trovata non è il frutto di una valutazione oggettiva delle offerte, ma il risultato di «un accordo tra banditori (Lega e Infront) e alcuni dei partecipanti all’asta, Sky e Mediaset».

LE SOCIETÀ DI CALCIO SI INFORMANO – «L’Inter mi ha appena detto che a loro risulta che si sta negoziando in queste ore un accordo. Gli ho detto che noi ne vediamo le condizioni, ma che non mi sorprende che Mediaset e Infront ci provino fino all’ultimo perché sono debolissimi sul fronte legale. Sono molto divisi al loro interno, l’unica certezza è che l’annullamento sarebbe un disastro», scrive un dirigente di Sky. L’accordo non si trova subito. In una email interna di Mediaset del 24 giugno si fa riferimento all’offerta di accordi da parte di Sky: «Possiamo rispondere ribadendo che proprio perché contrario a norme antitrust, A+B è vietato dal bando. Che usano il bastone (ieri con diffida) e la carota (oggi con offerta accordi) per condizionare indebitamente la decisione della Lega. Che oltre a fare i concorrenti, a pretendere di sostituirsi all’arbitro Lega che decide la gara, adesso si sostituiscono pure alle autorità regolamentari». Ma l’accordo inizialmente non si trova: «Fumata nera. Nessuna proposta da parte loro, vogliono avere Champions al 50 per cento», si legge in una email interna di Mediaset del 25 giugno 2014. Il riferimento è ai diritti per la Champions League che Mediaset ha soffiato a Sky con un rilancio stratosferico, «ma il principio generale è che cosa c’entra la Champions in una trattativa per la serie A…», si chiedono i vertici del Biscione. La mattina del 26 giugno, giorno in cui è prevista l’assemblea di Lega, l’amministratore delegato di Sky, Andrea Zappia, in una email interna spiega che la notte precedente non sono riusciti a trovare un accordo che potesse andare bene a Sky e anticipa che il giorno dopo la Lega «probabilmente assegnerà nel modo che sappiamo».

LA TELEFONATA DELL’AD DI SKY – Molte ore dopo, quando si riunisce l’assemblea, Marco Bogarelli chiama al telefono l’ad Zappia per comunicargli come la Lega avrebbe proceduto nelle assegnazioni. Durante la telefonata Infront indica all’amministratore di Sky la disponibilità di Mediaset a sub-licenziare un pacchetto alla tv di Murdoch, indicando anche la disponibilità della Lega a richiedere le necessarie autorizzazioni secondo quanto stabilito dal “decreto Melandri”. L’accordo accontenta tutti, e nel pomeriggio della stessa giornata, Mediaset e Sky iniziano, tramite un fitto scambio di email, la stesura formale di un contratto, prima ancora che la Lega renda noto a chi sono stati aggiudicati i diritti. La negoziazione dell’accordo avviene prima del voto dei 22 presidenti delle società di calcio, e ne anticipa i contenuti, «consentendo alle parti di comporre i propri interessi secondo la logica spartitoria che caratterizza l’accordo», come risulta dall’istruttoria dell’autorità garante. L’accordo pone fine al potenziale contenzioso tra le parti: Sky, su richiesta di Infront e Lega si impegna a rinunciare al contenzioso e Mediaset alla contro diffida. Una volta concordata la spartizione dei diritti, la Lega ne recepisce il contenuto nella delibera , la cui assemblea si conclude poco prima delle ore 23.

L’ACCORDO FRA MEDIASET E SKY – Subito dopo la mezzanotte, Pasquale Straziota, direttore degli affari legali di Mediaset, e Luca Sanfilippo, General Counsel di Sky Italia, si congratulano a vicenda per l’accordo raggiunto. «Questa è stata più dura del solito ma ce l’abbiamo fatta. Ci sentiamo domani un caro saluto», scrive Straziota. E Sanfilippo risponde: «Caro Pasquale, anche stavolta ci siamo arrivati! Domani i rispettivi uffici comunicazione dovrebbero sentirsi per coordinare comunicato su accordo di sublicenza pur soggetto ad autorizzazione. Poi ci attendiamo che farete formale richieste di autorizzazione alla sublicenza alla Lega…». E in effetti la Lega procede con i necessari adempimenti. Il problema rimane l’accordo spartitorio a monte, scoperto dal Garante con l’istruttoria dalla quale risulta come la condotta delle parti «costituisce un’intesa restrittiva della concorrenza» e ostacola «l’ingresso di potenziali nuovi operatori». Secondo l’Authority «l’intesa è promossa da Lega e Infront e reca vantaggio principalmente a Mediaset Premium, mentre Sky vi aderisce perché indotta anche dalla condotta delle altre parti». Per il Garante l’intesa è imputabile a tutte le parti del procedimento, ma con ruoli distinti. La Lega si è fatta promotrice della «soluzione negoziale per l’assegnazione dei diritti e ne ha consentito l’attuazione», mentre Infront non si è limitata ad accompagnare e supportare le strategie della Lega durante lo svolgimento della gara, ma ha suggerito la condotta da adottare nell’ambito dell’assemblea finale, svolgendo un ruolo di mediazione nelle discussioni fra le squadre, e contattando direttamente i broadcaster interessati e le società di calcio. Mediaset Premium per il Garante «supporta attivamente una soluzione di aggiudicazione di carattere spartitorio», mentre la posizione di Sky è diversa, dal momento che solo alla ne ha assunto un «atteggiamento di apertura alle soluzioni negoziali prospettate dalle altre parti, finendo per aderire all’intesa». In pratica Sky è stata indotta a partecipare all’intesa, al solo fine di ottenere l’aggiudicazione di almeno uno dei due pacchetti anche se avrebbe avuto diritto a godere di entrambi. In questo modo le parti hanno «concertato» l’esito dell’aggiudicazione dei diritti tv, in contrasto con il “decreto Melandri”. È un cartello, anzi un “sistema”.

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