Il caso dell’assessore che insulta la Roma – «Ho fatto trasferte e risse, le ho prese ma la sciarpa bianconera non l’ho mai mollata»

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Corriere della Sera (E. Menicucci) – Nella folle estate romana ci mancava solo questa. Un assessore ultrà juventino che, alla radio, si diverte a canticchiare «Roma m…». E che poi, di fronte alla bagarre che si scatena sui social e non solo, nel tentativo di minimizzare aggiunge: «Ma non ce l’avevo con la città, solo con la squadra di calcio. Ma ho anche parlato bene di Totti…». L’assessore in questione è Stefano Esposito, senatore Pd, chiamato da Matteo Orfini a «rinforzare» la squadra del sindaco sotto «tutoraggio» Ignazio Marino, ma la sua scivolata sulla classica buccia di banana calcistica — nella Capitale si può scherzare su tutto, tranne che sul pallone — rischia di diventare l’ennesima puntata del «caso Roma», uno dei principali grattacapi per il premier Matteo Renzi. 
Adesso ci si mette anche Esposito che, tra un tweet e l’altro, va ospite alla Zanzara e, in trasmissione, racconta dei suoi trascorsi da tifoso bianconero: «Ero un ultrà, ho fatto anche diverse trasferte, partecipato a delle risse. Le ho più prese che date, ma la sciarpa l’ho sempre tenuta». Ma «Roma m…», quante volte lo avrà gridato? «Eh, tantissime». Il coro, come fa? Gli chiedono. Esposito canta: «E Roma m…, Roma, Roma m…». Poi, nel corso della trasmissione, l’assessore spende effettivamente parole dolci per il capitano giallorosso («è la cosa che invidio alla Roma») ma scivola di nuovo sulla conoscenza dei bus romani («il 64? Non so il percorso») e dei taxi («quanti sono? Non lo so, troppi»). Ma quel che resta, alla fine, è la bufera sul coretto da stadio. Il centrodestra lo attacca (e su twitter Esposito litiga con Francesco Storace, La Destra, col consigliere regionale di Fi Antonello Aurigemma e con l’ex sindaco Gianni Alemanno), ma anche da sinistra fioccano le critiche. Il gruppo di Sel, in Comune, chiede le sue «dimissioni». Massimo D’Alema, romanista doc, commenta all’ Ansa : «L’assessore Esposito chieda scusa a quella larga parte della città che ha offeso. E se non lo fa lui, in suo conto lo faccia il sindaco Marino». Anche l’ex caposegreteria di Marino, Enzo Foschi, lo rimbrotta: «Adesso faccia camminare gli autobus, sennò qualcuno je mena davvero».

E Marino? Ancora Oltreoceano (sbarcherà oggi a Fiumicino) il sindaco segue a distanza, come dentro un acquario, l’ennesima polemica. In Campidoglio raccontano di una sua telefonata ad Esposito per «tirargli le orecchie», il senatore dem smentisce la ricostruzione: «Non l’ho sentito. Neppure per messaggio. Mi ha chiamato solo una persona del suo staff, dicendo: “Hai fatto arrabbiare mezza città”. Gli ho risposto: l’altra metà sarà contenta». Esposito non fa marcia indietro, non ritratta, non chiede scusa: «Scuse? E perché? Ho parlato del mio passato, di quando avevo 16 anni. Scusate se ho un passato… Capirei se fossi andato alla partita Roma-Juve, domenica scorsa, a gridare Roma m…, ma parlo di cose di 30 anni fa. Non metto più piede allo stadio da quando andai all’Heysel». Finale di Coppa dei Campioni, Juventus-Liverpool, 1985, dove morirono 39 persone. Esposito aggiunge: «Sono abituato a dire la verità, non a mentire a piacere. E quello che ho detto su Totti è la riprova che non ho insultato nessuno».
Marino, oggi, atterrerà nella Capitale (e andrà alla manifestazione antimafia sulla piazza Don Bosco, a Tuscolano, che ospitò il funerale show dei Casamonica) dopo 19 giorni di ferie. Il 15 agosto, nell’ultimo videomessaggio su Facebook, aveva parlato di «pochi giorni di vacanza». Prima, la giunta «politica», per riprendere le fila dell’azione amministrativa. E provare a rispondere al nuovo affondo di Renzi: «Ai cittadini non interessano le pedonalizzazioni, ma che le strade siano pulite e senza buche».

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