Aquilani: “Temo la Kop, ma la Roma è da finale”

Alberto Aquilani, centrocampista nato e cresciuto a Roma ma che in carriera ha vestito, tra le altre, anche la maglia del Liverpool, è stato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Uno stralcio delle sue parole:

Nel 2009 lei fu al centro di un trasferimento per l’epoca clamoroso, passando ai «reds» per 25 milioni. Domani è il suo derby?
Macché, lei lo sa che tifo Roma. Però occhio: Klopp è bravo a curare anche la fase difensiva, anche se la vera forza è l’attacco: sono potenti e veloci. Detto questo, secondo me la Roma ha pescato bene: con Real Madrid e Bayern Monaco sarebbe stata peggio. Questo è un treno che i giallorossi non si possono lasciare scappare; non bisogna sbagliare niente. Come organizzazione la squadra di Di Francesco è superiore. Il mister io lo conosco perché l’ho avuto al Sassuolo: prepara le partite in modo maniacale. Con quel nuovo modulo contro il Barcellona mi ha sorpreso, in passato faceva più fatica a cambiare. Ma vedrete che quando rimetterà le cose a posto tornerà al 4-3-3, anche se col Barcellona è stato fatto qualcosa di straordinario. I catalani sono una squadra formidabile e Messi fa un altro sport rispetto a tutti gli altri calciatori.

Che ricordo ha della sua esperienza al Liverpool?
Molto bella. Avevo 24 anni e arrivai con un infortunio alla caviglia che mi tenne fermo una dozzina di settimane, ma ricordo che Benitez mi protesse sempre e alla fine fu una buona stagione. Peccato per l’eliminazione in semifinale di Europa League contro l’Atletico Madrid. Io feci pure gol, ma loro segnarono negli ultimi minuti e ci strapparono un sogno. Col senno di poi, ho il rimpianto di aver voluto andare via. Vero che non c’erano più Benitez e il d.s. Macia, ma avrei fatto meglio a restare ancora.

Invece rimpianti romanisti?
Solo i troppi infortuni. Certo, avevo pensato di non andare mai via come Totti e De Rossi, anche perché prima del Liverpool mi avevano cercato anche società più blasonate ed erano state sempre respinte, ma poi c’era bisogno di vendere e capii che il mio tempo era finito.

Totti e Gerrard: ha avuto due capitani «generazionali»…
Due miti, entrambi una po’ introversi. Francesco per me è anche un amico. Lui esercitava di più la sua leadership in campo grazie ad una tecnica fenomenale, Gerrard invece era più uomo spogliatoio, ma per un centrocampista come me è stato un riferimento anche nel ruolo.

Accantoni il cuore: come curva, meglio la Sud o la Kop?
Credo che la Sud non sia più come quella di qualche anno fa, ma se fosse attaccata al campo come la Kop, penso che sarebbe superiore.

Ora riaccenda il cuore: se la Roma passerà, quale squadra vorrebbe in finale?
Il Bayern, perché il Real Madrid mi pare la più forte. Ma a Kiev potrebbe succedere di tutto, e per questo – se succederà – farò in modo di esserci.

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