A Melbourne c’è il test contro il City di Edin

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Il Messaggero (F. Grella) – E Ore 12 (diretta tvMediaset Premium Sport, differita 22,30 Roma TV): Melbourne Cricket Ground, la Roma scende di nuovo in campo. Altro avversario prestigioso, il Manchester City di Dzeko, che però non dovrebbe giocare. Perché è uomo mercato e proprio la Roma è la sua (forse) prossima destinazione. Il City è un po’ avversario di casa, i giallorossi l’hanno già affrontato nella scorsa Champions League. Garcia spiega: «Serve la cultura della vittoria e la otteniamo anche durante certe amichevoli. Il City lo conosciamo bene, è sempre interessante giocare contro un club di questo livello. A loro mancano tre calciatori che hanno disputato la Copa America, come ad esempio Aguero. È pure vero che hanno già fatto un mercato importante, vedi Sterling (Pellegrini ha ammesso che sarà in campo per qualche minuto, ndc). Il City ha una rosa forte, anche io ho ottimi giocatori e quindi speriamo di vedere un bel gioco e magari qualche gol in più rispetto alla sfida con il Real Madrid». Ieri allenamento al Likeside Stadium, si è aggregato al gruppo anche Ibarbo.

IL TWEET DI NORMAN Romagnoli ha lavorato con gli altri ma è in dubbio per la sfida con il City. «Se sta bene, giocherà», ammette Rudi. Pure lui, come Dzeko, al centro di trattative di mercato. «Non ci sono novità sul suo conto, ma lui può darci tanto», ha sussurrato Pjanic a Fox Sport Australia. Tweet dell’assente Norman, poi. «Tornerò quando la squadra sarà a Roma, devo prendermi cura della famiglia». E’ sembrato un calciatore, non un passante come nella passata stagione. Ashley Cole già si sente di aver vinto la guerra contro i critici brutti e cattivi che hanno raccontato un’annata (la sua) inguardabile, con la maglia della Roma addosso. «Mi sveglio ogni mattina nuovo, libero come un uccello. So che non ci saranno storie spazzatura se vai in discoteca. Ho letto quello che scrivevano, il campo è stato il miglior luogo dove rispondere. Ciò che amo fare è giocare a calcio, volevo tornare a farlo. Non mi piace leggere i giornali, non leggo le notizie. Il mio futuro? Vorrei fare il talent scout, andare a vedere le partite e provare a scoprire diamanti grezzi. Differenze tra la serie A e la Premier? La cultura inglese è esagerata, in Italia c’è uno stile di vita più rilassato: vai a cena fuori, ti gusti un bicchiere di vino. In Italia è accettato fumare, in Inghilterra vieni crocifisso», ha detto all’Herald Sun.«In Premier ci sono ali più esili mentre qui in Italia devi marcare giocatori imponenti, dovendo essere costretto ai raddoppi. Forse era un calcio troppo fisico per me e non ero ancora pronto».

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